Sei metri sotto i prati ormai fioriti
del parco – sopra la testa quattro metri di cemento armato –
trema il pavimento sotto i piedi e suonano le sirene mentre il
frastuono delle bombe risuona tra le pareti curve come quelle di
un sommergibile. E’ il momento più emozionante della visita al
Rifugio Antiaereo e al Bunker di Villa Torlonia, a Roma, che da
domani tornano aperti al pubblico. Costruiti per Mussolini, che
nella tenuta lungo la via Nomentana prese la residenza nel 1929,
finirono per essere usati invece dai cittadini romani per
difendersi dai bombardamenti. A lungo non visitabili, riaprono
dopo due anni con un nuovo allestimento che è un viaggio nel
sottosuolo della villa, ma anche nei giorni della guerra, quando
la Capitale fu devastata da una pioggia di bombe.
La mostra, curata da Federica Pirani e Annapaola Agati, con
la collaborazione dell’assessorato capitolino alla Cultura,
della Soprintendenza Capitolina e l’organizzazione di Zetema, è
un’occasione per fare luce su una delle pagine più buie e
drammatiche della città, colpita da 51 bombardamenti aerei tra
luglio 1943 e maggio 1944. Il nuovo percorso parte da un video
che racconta la vita vissuta nello sfarzo di Villa Torlonia dal
dittatore fascista mentre portava l’Italia verso la guerra.
Nelle sale successive, grazie ai contributi dell’istituto Luce,
rivive il periodo storico dei bombardamenti. Tre sale sono
dedicate alla vita nei rifugi con delle proiezioni
sincronizzate. Le due prospettive di chi bombarda e di chi è
bombardato convergono in una sala dove sul pavimento sono
proiettate le immagini riprese dagli aerei in azione, e sulle
pareti Roma in macerie: Poi, attraverso una ripida scala, si
scende al bunker vero e proprio, lasciato spoglio da oggetti e
proiezioni. In questo spazio è simulata una incursione aerea,
attraverso la riproduzione dei suoni: sirene, aerei in
avvicinamento, detonazioni, e le vibrazioni del terreno.
Risalire su, al verde abbagliante della Villa in primavera, è un
sollievo.
“Un luogo impegnativo, era giusto fosse accessibile, è un
altro tassello del recupero dei luoghi della storia della città
– ha commentato il sindaco Gualtieri – L’allestimento punta non
solo a rendere conoscibile ‘filologicamente’ questo luogo ma a
conoscere quelle pagine drammatiche della guerra, del fascismo e
del suo capo, che è stato deposto e ci ha lasciato questo luogo,
e che ha portato l’Italia nella più grande tragedia”.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA
Fonte Ansa.it