Chiusa altra indagine su Santanchè, ‘falso in bilancio’

La Procura di Milano ha chiuso, in
vista della richiesta di processo, il filone di inchiesta sul
dissesto di Visibilia nel quale tra gli indagati figura Daniela
Santanchè. Alla ministra del Turismo, presidente di Visibilia
Editore fino al gennaio 2022, i pm Marina Gravina e Luigi Luzi
con l’aggiunto Laura Pedio contestano il falso in bilancio.
    Nelle scorse settimane è stata definita la tranche di indagine,
sempre condotta dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria
della Gdf, in cui la senatrice di FdI è invece accusata di
truffa aggravata all’Inps per la gestione della cassa
integrazione nel periodo del Covid.
    Santanchè, assieme ad altri ex amministratori, consiglieri e
sindaci di Visibilia Editore, tra il novembre 2014 e il dicembre
2021, ossia quando è stata prima consigliere, poi ad e
presidente “nonché soggetto economico di riferimento del gruppo
Visibilia”, con “più azioni esecutive di un medesimo disegno
criminoso” avrebbe, con gli altri a vario titolo, “consapevolmente” esposto “nei bilanci di esercizio della
società riferibili agli anni 2016, 2017, 2018, 2019, 2020, 2021
e 2022” fatti “materiali rilevanti non rispondenti al vero” per
un “ingiusto profitto”. Lo scrivono i pm di Milano nell’avviso
di chiusura indagini.
    Visibilia Editore, tra l’altro, è finita in amministrazione
giudiziaria il primo marzo scorso su disposizione del Tribunale
civile di Milano e dopo la causa intentata da un gruppo di
piccoli azionisti. I giudici civili hanno parlato di una spa,
ora in composizione negoziata della crisi, “quotata” e che non
sta più in piedi finanziariamente, con “irregolarità” e un “potenziale inquinamento” nei bilanci, senza più alcun
dipendente e con una società formalmente esterna, di cui socia
di maggioranza è Daniela Santanchè, ossia Visibilia
Concessionaria, che “continua a gestire l’amministrazione e la
tesoreria”, compiendo “scelte anche in ordine ai pagamenti” dei
creditori. Il bilancio al 31 dicembre 2022 e la relazione
semestrale al 30 giugno 2023 “non risultano correttamente”
predisposti, era stato segnalato nell’ispezione. “L’avviamento –
si legge – avrebbe dovuto essere completamente svalutato”, come
hanno sempre sostenuto l’aggiunto Laura Pedio e il pm Marina
Gravina. Sul fronte della presunta truffa, capitolo chiuso un
paio di settimane fa, i pm hanno accertato, anche attraverso le
testimonianze dei lavoratori, che in quel periodo, dal “31
maggio 2020 al 28 febbraio 2022”, ad amministrare Visibilia
Editore e Concessionaria, ossia a prendere le decisioni, erano
Santanchè e il compagno Dimitri Kunz. Entrambi, assieme a Paolo
Concordia, “collaboratore esterno”, sarebbero stati consapevoli
di aver richiesto e ottenuto “indebitamente” la cassa
integrazione in deroga “a sostegno delle imprese colpite dagli
effetti” della pandemia Covid. La ministra ha sempre respinto
tutte le accuse contestate. Nel frattempo, per definire pure
l’ultimo filone del “pacchetto Visibilia”, con un ordine di
esibizione è già stata raccolta nelle scorse settimane la
documentazione bancaria relativa ai flussi di denaro che
riguardano la compravendita della villa di Forte dei Marmi di
proprietà di Francesco Alberoni acquistata, quando il sociologo
era ancora in vita, da Kunz e da Laura De Cicco, moglie del
presidente del Senato Ignazio La Russa, per 2 milioni e 450mila
euro. Villa che i due hanno rivenduto in un’ora all’amico
imprenditore Antonio Rapisarda per 3 milioni e 450 mila euro.
   
   

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Fonte Ansa.it

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