Ibrahim Mahama, l’arte è sempre esperienza

(ANSA) – ROMA, 18 NOV – Centinaia di vecchi sedili
abbandonati dei treni di seconda classe. Più un centinaio di
armadietti, usati negli anni dal personale ferroviario.
    Oggetti-spazzatura, destinati al macero. Non per Ibrahim Mahama,
classe 1987, artista ghanese tra i massimi esponenti dell’arte
contemporanea africana, che li ha usati per ricreare nella
galleria Whitworth di Manchester la Camera del Parlamento del
Ghana. E’ il suo Parliament of Ghosts, il Parlamento dei
fantasmi, capace di evocare storie e ricordi di un Paese che
afferma la propria indipendenza. Da Tamale, la città dove ha
studiato e vive, a Napoli e poi Roma, Ibrahim Mahama è
protagonista del primo Statement di Art-Ethics, progetto
biennale di ricerca e produzione artistica, nato dall’intesa tra
la Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee – Museo
Madre e l’Osservatorio Ethos Luiss Business School, che,
attraverso residenze, mostre, installazioni, talks e
pubblicazioni, indaga le pratiche artistiche interdisciplinari
in relazione alle tematiche della multiculturalità e dell’etica
contemporanea.
    Presentato alla Luiss nell’incontro Una nuova geografia
dell’arte – con il direttore generale dell’Ateneo, Giovanni Lo
Storto, e la presidente della Fondazione Donnaregina per le Arti
Contemporanee, Laura Valente – il progetto che Mahama realizzerà
al Madre di Napoli, a cura di Gianluca Riccio e Kathryn Weir,
sarà anche la prima mostra/installazione che un museo d’arte
contemporanea italiano dedica alla sua opera. “Per me – racconta
lui – la domanda è sempre: come possiamo noi artisti produrre
lavori con il contesto locale e poi cambiare la percezione che
se ne aveva? Bisogna capire e tenere sempre presente il potere
dell’arte”. Così anche Pompei e Scampia, visitate “in piena
pandemia, quindi deserte”, saranno scenari e ispirazione del suo
nuovo lavoro, progetto site-specific per il Madre, inaugurato
entro primavera. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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