Il leader secessionista
catalano, Carles Puigdemont, si è mostrato per la prima volta
nella sua residenza di Waterloo, in Belgio, dopo l’apparizione
lampo di giovedì a Barcellona e la successiva fuga per eludere
il mandato di cattura vigente a suo carico in Spagna. “Se si
vuole fare politica in condizioni normali, e io voglio farlo,
bisogna applicare la legge” sull’amnistia, ha detto, affidando
alcune dichiarazioni esclusive all’agenzia di stampa catalana
(Acn) e al canale televisivo regionale Tv3, che lo ha ripreso
nella sua dimora belga fugando ogni dubbio sulla reale posizione
di Puigdemont.
Il leader di Junts ha ammesso che il suo breve ritorno in
Catalogna dopo sette anni, un piano “che sembrava impossibile”, “non è stato privo di rischi” ma è servito ad “amplificare
l’accusa contro i giudici della Corte Suprema” e a dimostrare di
avere la “capacità di entrare e di uscire” e di “sfidare uno
stato repressivo”. “In questo contesto – ha aggiunto -, tentare
di accedere al Parlamento avrebbe significato l’arresto certo,
non avrei avuto la minima possibilità di rivolgermi all’Aula,
che era il mio obiettivo”.
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Fonte Ansa.it