(ANSA) – ROMA, 21 NOV – Le imprese commerciali e di
somministrazione sono quelle che hanno subito in modo più
pesante la crisi pandemica. Quasi due terzi delle imprese
commerciali e di somministrazione dichiara per il 2020 riduzioni
del fatturato, una dato peggiore di quello relativo alle altre
imprese industriali e di servizi (55%). Vi è comunque nel
settore una quota di imprese che dichiarano una stazionarietà
delle vendite è del 29% (per le altre imprese è il 36%), e
alcune imprese che indicano persino incrementi (8% per le
imprese commerciali e di somministrazione, 10% per le altre
imprese). E’ quanto emerge da un indagine rapida effettuata nel
mese di ottobre da Unioncamere e presentata in una recente
audizione in Parlamento.
Guardando alle possibilità di ripresa futura dell’attività
su livelli analoghi a quelli pre-COVID-19, il 28% di
imprenditori ascoltati non hanno potuto/saputo fornire risposta,
c’e’ un nucleo del 27% che ritiene di poter recuperare i propri
livelli produttivi “a partire dal 2021”, Il 19% nel 2022, il 6% “solamente dal 2023 in poi.Fra gli intervistati vi è anche un
15% di fortunati che “non ha mai visto ridurre i propri livelli
produttivi a causa del Covid” e un 5% che al contrario pensa di
non riornare mai ai livelli produttivi pre-Covid. (ANSA).
Fonte Ansa.it