(ANSA) – ROMA, 24 NOV – L’attuale crisi sanitaria ed
economica legata alla pandemia potrebbe influire negativamente,
oltre che sul numero decessi, anche sulla natalità. “È, infatti,
legittimo ipotizzare che il clima di paura e incertezza e le
crescenti difficoltà di natura materiale (legate a occupazione e
reddito) generate dai recenti avvenimenti orienteranno
negativamente le scelte di fecondità delle coppie italiane”. Lo
ha sottolineato il presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo,
in audizione sulla manovra davanti alle Commissioni bilancio di
Camera e Senato. “I 420 mila nati registrati in Italia nel 2019,
che già rappresentano un minimo mai raggiunto in oltre 150 anni
di unità nazionale, potrebbero scendere, secondo uno scenario
Istat aggiornato sulla base delle tendenze più recenti, a circa
408 mila nel bilancio finale del corrente anno – recependo a
dicembre un verosimile calo dei concepimenti nel mese di marzo –
per poi ridursi ulteriormente a 393 mila nel 2021”, ha aggiunto.
La crisi ha interessato di più il Mezzogiorno e i giovani, “ma questa volta sono state soprattutto le donne – maggiormente
impiegate nei servizi (il settore più colpito con 809 mila
occupati in meno rispetto al secondo trimestre 2019) e in lavori
precari – a subire gli effetti maggiori: nel secondo trimestre
del 2020 si contano 470 mila occupate in meno rispetto allo
stesso trimestre dell’anno precedente (323 mila in meno tra
quelle con contratto a tempo determinato) e il tasso di
occupazione femminile 15-64 anni si attesta al 48,4%, contro il
66,6% di quello maschile, collocandoci al penultimo posto della
graduatoria europea, appena sopra la Grecia”, ha proseguito il
presidente dell’Istat. I dati sull’occupazione femminile in
Italia “permangono preoccupanti nonostante il livello di
istruzione femminile sia sensibilmente maggiore di quello
maschile”, ha concluso. (ANSA).
Fonte Ansa.it