Covid: aziende fuochi artificio, 6.000 lavoratori a rischio

(ANSA) – ROMA, 14 DIC – Senza feste religiose e matrimoni, ‘diffidato’ dalle ordinanze anti-botti dei sindaci più
intransigenti, il mondo degli spettacoli pirotecnici rischia il
collasso, con il colpo di grazia di un Capodanno più silenzioso
che mai. A lanciare l’allarme è Vincenzo Martella, membro
dell’Anisp, uno dei sindacati che rappresenta le imprese del
settore che nei giorni scorsi ha anche inviato una lettera al
governo in cui lamenta l’errata applicazione del decreto ristori
per le loro aziende. “Gli indennizzi – spiega Martella – sono
calcolati sul fatturato di aprile, quando di fatto noi non
lavoriamo. Quindi lo zero di zero è zero”. “Con l’assenza di
feste patronali, di matrimoni e di feste natalizie finiremo nel
baratro – sottolinea -. Ci sono 6.000 persone che rischiano il
posto di lavoro, per un indotto che fattura ogni anno 1,2
miliardi di euro”. ‘Anisp lancia poi un appello ai sindaci
oltranzisti, chiedendo di ritirare le ordinanze che vietano non
solo l’utilizzo dei fuochi pirotecnici ma anche la vendita.
    “Sono decine le amministrazioni che hanno adottato tali
provvedimenti – conclude Martella -. Noi lavoriamo nella
legalità, rispettando tutte le normative europee, comprese
quelle sui decibel. Non vogliamo essere dipinti come i
terroristi del Capodanno, ma come artisti che offrono emozioni”.
    (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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