(ANSA) – ROMA, 09 MAR – “L’immaginazione e la fantasia non
possono nascere che dalla conoscenza del reale”, diceva Aldo
Rossi (1931 – 1997), architetto, teorico, primo italiano a
vincere nel 1990 il Premio Pritzker. Un geniale visionario,
innovatore e convinto sostenitore della responsabilità etica e
culturale dell’architettura nei confronti del mondo. A
raccontarlo è il Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI
secolo, che dopo la monografica su Giò Ponti, da domani e fino
al 17 ottobre, inaugura Aldo Rossi. L’architetto e le città” La
mostra, curata da Alberto Ferlenga con il coordinamento di Carla
Zhara Buda, è il primo dei tre nuovi appuntamenti del museo che
domani accoglie anche Ciao da Roma. Navin Rawanchaikul, progetto
site specific dell’artista thailandese, a cura di Hou Hanru con
Donatella Saroli (fino a maggio); e i progetti Green Diamond di
Rachele Maistrello e Occult di Alba Zari, vincitrici del Premio
Graziadei per la fotografia (fino all’11/4).
Archistar ante-litteram, Rossi dedicò gran parte del suo
interesse professionale alle città, oggi protagoniste della
mostra al Maxxi, con oltre 800 pezzi tra documenti, carteggi,
modelli, schizzi, disegni e fotografie dall’archivio di Aldo
Rossi conservato nella Collezione MAXXI Architettura e dalla
Fondazione Aldo Rossi, con prestiti dallo IUAV di Venezia, dal
Deutsches Architektur di Francoforte e dal Bonnefantenmuseum di
Maastricht. Più le immagini dei molti e importanti fotografi che
si sono misurati con il suo lavoro, da Luigi Ghirri a Gabriele
Basilico. Tra i progetti, l’incompiuto cimitero di Modena e il
Teatro del mondo per la Biennale Architettura 1980. E poi, la
celebre libreria Piroscafo per Molteni&C, i Quaderni azzurri, il
disegno della celebre Città Analoga o i progetti per il
Bonnefantenmuseum di Maastricht, il coloratissimo
Schützenstrasse a Berlino e il Quartier Generale Disney a
Orlando. (ANSA).
Fonte Ansa.it