(ANSA) – ROMA, 26 APR – Né Il Pinocchio di Garrone, né Laura
Pausini ce l’hanno fatta, ma c’è comunque un pizzico d’Italia
nella Notte degli Oscar. Le musiche di Nomadland (miglior film,
miglior regia, miglior attrice protagonista) e The Father
(miglior attore protagonista, miglior sceneggiatura non
originale), cinque Oscar in due, portano la firma di Ludovico
Einaudi. “E un po’ quei premi li sento anche un po’ miei – dice
il maestro con orgoglio -. Un film è del regista che decide di
farlo, ma poi ha bisogno della collaborazione di tante persone
per realizzarlo”. Avrebbe voluto un riconoscimento specifico per
le sue musiche? “Non posso dire che un premio di prestigio come
questo non faccia piacere, ma non ci penso e non ci pensavo
neanche questa volta. La mattina quando mi sveglio il mio
pensiero non va all’Oscar ma se riuscirò a scrivere altra musica
bella da regalare al mondo”, aggiunge.
La cerimonia non l’ha vista (“orari improponibili, ma mi sono
svegliato molto presto perché ero curioso”), ma il cuore era a
Los Angeles. “È un segno meraviglioso che Nomadland e The
Father, due bellissimi film indipendenti che parlano di temi
importanti e profondi, siano stati premiati. Mi sento onorato ad
aver contribuito con la mia musica a queste due storie”.
In particolare, Einaudi si sente vicino a Nomadland,
nonostante le musiche non siano state scritte appositamente per
il film di Chloé Zhao (ma appartengano al precedente progetto
Seven Days Walking), “perché corrisponde come una specie di
visione parallela alla mia, di una dimensione di libertà, di
qualcosa che io esprimo attraverso la musica, e che il film con
il suo linguaggio esprime con la sua storia e le sue immagini.
Zhao mi ha rivelato che la musica le è servita per montare il
film, come fosse una chiave di lettura”. (ANSA).
Fonte Ansa.it