(ANSA) – PALERMO, 08 MAG – E’ arrivato nel porto di Mazara
del Vallo, scortato da una motovedetta della Guardia costiera,
il peschereccio “Aliseo”, con sette uomini d’equipaggio compreso
il comandante Giuseppe Giacalone, rimasto lievemente ferito dai
colpi d’arma da fuoco sparati da una motovedetta militare
libica. L’assalto è avvenuto due giorni fa a nord della costa di
Tripoli, in acque internazionali anche se all’interno della Zona
di protezione pesca libica. L’intervento tempestivo della Marina
militare italiana, giunta in soccorso del peschereccio con la
fregata Libeccio e un elicottero, ha convinto i militari libici
a rilasciare l’imbarcazione.
Il comandante Giuseppe Giacalone è sceso dall’imbarcazione
con la maglietta ancora sporca di sangue e una benda in testa
per le ferite riportate. I militari della Capitaneria lo stanno
interrogando a sommarie informazioni. La procura di Roma ha
aperto un’inchiesta.
“Prima ci hanno abbordato, tre militari armati sono saliti a
bordo e poi si sono portati il nostro comandante a bordo della
loro motovedetta”. Questo il primo racconto di Girolamo
Giacalone, ufficiale del motopesca ‘Aliseo’, sceso dal mezzo
ormeggiato in banchina a Mazara del Vallo. “Quando il comandante
è tornato a bordo, ci ha detto che gli hanno chiesto scusa. Ma
scusa per cosa? Potevano ucciderci. È stato un miracolo, bastava
qualche centimetro e ci uccidevano. I fori sono visibili sul
vetro, su uno schermo e nelle pareti di ferro. Tornare in quelle
acque per lavorare è impossibile, non ci sentiamo per nulla
sicuri”. (ANSA).
Fonte Ansa.it