(ANSA) – ROMA, 24 MAG – FELLINOPOLIS di Silvia Giulietti è un
documentario ‘omaggio’ al maestro de La dolce vita che dopo la
Festa di Roma approda in sala dal 10 giugno con Officine Ubu.
Una dimostrazione che l’opera del regista riminese, cinque volte
premio Oscar, è ancora una miniera ricca di generose gallerie
piene di tesori. Di scena questa volta immagini inedite di
backstage e interviste ai suoi più stretti collaboratori (Lina
Wertmüller, Nicola Piovani e Dante Ferretti, Maurizio
Millenotti, Ferruccio Castronuovo e Norma Giacchero) per
entrare, come in un viaggio nel passato, nel backstage di film
come LA CITTÀ DELLE DONNE, E LA NAVE VA e GINGER E FRED, un vero
e proprio privilegio che Ferruccio Castronuovo ha avuto
all’epoca quando Fellini, in genere molto geloso di tutto, gli
permise di girare liberamente su questi set. Insomma una vera e propria miniera quella di Castronuovo, che
frequentava anche i set di Visconti e Montaldo, di cui la
regista ha acquistato i diritti con un solo rammarico: “È
scomparso tutto il backstage del Casanova che sembra fosse
straordinario. Il materiale – dice Silvia Giulietti – andava
tutte le sere al produttore americano e si dice che poi sia
scomparso per un incendio alla Paramount, ma io non ci credo”.
Che cosa si vede in FELLINOPOLIS? Intanto come il maestro
riminese si comportava sul ponte di comando di un set:
prepotente, ironico, divertito e sempre creativo, il regista in
questo documentario regala molti aspetti di sé inediti. Come
quando dice serio, a mo’ di rimprovero, a Mastroianni sul set
di GINGER E FRED: “La prima cosa per un attore è saper ballare,
recitare è ballare”. O quando sottolinea durante un’intervista: “È vero, ho bisogno di armonia con i collaboratori come se
stessimo per fare una scampagnata, un viaggio insieme”. (ANSA).
Fonte Ansa.it