L’utile trimestrale di Xiaomi ha battuto le stime dopo che il terzo produttore di smartphone al mondo ha ridotto il divario con i leader Samsung e Apple. La società, con sede a Pechino, ha registrato un utile netto rettificato di 6,1 miliardi di yuan (949 milioni di dollari) nel trimestre chiuso a marzo, superando la stima più alta di 5,3 miliardi di yuan attesa dagli analisti, grazie ai maggiori proventi finanziari e ai rimborsi fiscali.
I ricavi hanno segnato un balzo annuo del 55%, a 76,9 miliardi di yuan, secondo un file deposito alla Borsa di Hong Kong. Il cofondatore Lei Jun è alla ricerca di nuovi settori di attività per l’azienda che, fondata 11 anni fa, è operativa negli smartphone e in un ampio spettro della elettronica di consumo, tra smart TV e laptop. A marzo, Lei ha annunciato un investimento di 10 miliardi di dollari nel settore automobilistico. Un tribunale Usa ha emesso un’ordinanza finale che rimuove formalmente le sanzioni che avrebbero potuto bloccare gli investimenti americani in Xiaomi, accusata di presunti legami con l’esercito cinese dall’amministrazione Trump.
Un successo raro per i colossi tecnologici di Pechino finiti nel mirino del governo americano sotto l’ex presidente Donald Trump, come Huawei, tagliata fuori dai suoi fornitori chiave per le restrizioni imposte dagli Stati Uniti. Gli smartphone generano circa il 60% dei ricavi di Xiaomi, che ha spedito 48,6 milioni di telefoni nel mondo nei primi tre mesi del 2021: l’aumento annuo è del 64,8%, pari alla crescita più rapida tra i primi cinque fornitori, secondo la società di ricerca International Data, sufficiente a ridurre le distanze da Sansung e Apple. Xiaomi ha aumentato la sua quota nel mercato premium in Cina, sfruttando le difficoltà di Huawei.
Fonte Ansa.it