(ANSA) – MANILA, 15 GIU – Il presidente delle Filippine
Rodrigo Duterte “non collaborerà mai” con l’indagine della Corte
penale internazionale sugli omicidi durante la guerra alla
droga nel Paese. Lo ha annunciato oggi il suo portavoce,
bollando l’inchiesta come “legalmente sbagliata”. Il procuratore
capo del Cpi Fatou Bensouda ieri ha chiesto l’autorizzazione per
approfondire le accuse alla polizia filippina di aver ucciso
decine di migliaia di civili tra il 2016 e il 2019.
Duterte è stato eletto nel 2016 dopo una campagna nella
quale aveva promesso di sbarazzarsi del problema della droga
nel Paese ordinando apertamente alla polizia di uccidere i
sospettati di droga se le loro vite erano in pericolo. “Il
presidente non collaborerà mai fino alla fine del suo mandato,
il 30 giugno 2022”, ha detto ai giornalisti Harry Roque,
sottolineando che la Corte penale internazionale non ha
giurisdizione nelle Filippine che l’hanno lasciata nel 2019.
“Siamo paragonati a Paesi come il Darfur, aree in cui non esiste
un governo che funziona. Non è giusto”, ha detto ancora il
portavoce del presidente.
Secondo i dati ufficiali, più di 6.000 persone sono state
uccise in oltre 200.000 operazioni antidroga condotte da luglio
2016. Ma le organizzazioni per la difesa dei diritti umani
stimano che il numero dei morti potrebbe essere molto più alto.
(ANSA).
Fonte Ansa.it