La terra dei figli, il post-apocalittico che parla italiano

(ANSA) – ROMA, 29 GIU – Nessuno scommetterebbe su un film
post-apocalittico italiano, ma LA TERRA DEI FIGLI di Claudio
Cupellini (Alaska, Gomorra, la serie tv) sorprende. E questo per
molti motivi. In anteprima fuori concorso alla 67/a edizione del
Taormina Film Fest e dal 1 luglio in sala con 01, il film non ha
solo una buona regia, ma anche un’ottima storia, tratta da uno
dei più importanti fumetti di Gipi. Stesso discorso per il
cast, dall’esordiente rapper romano Leon de La Vallèe a Paolo
Pierobon, da Maria Roveran a Valeria Golino, nel ruolo di
Strega, fino a Valerio Mastandrea in quello del Boia.
    Questa la storia. Un padre (Pierobon) e suo figlio (La
Vallèe) di quattordici anni sono tra i pochi superstiti in un
mondo totalmente grigio e vivono in una sorta di palafitta su
una laguna. Motivi della tragedia? Sconosciuti, si parla di
veleni. Si capisce solo che non è proprio ‘la terra dei figli’
del titolo, in quanto in questo mondo post-tragedia non si
vedono bambini, neppure ragazzi e quei pochi sopravvissuti non
sanno nulla di come si viveva prima. In questo mondo malato, il padre affida a un quaderno i suoi
pensieri, ma quelle parole per il figlio sono segni
indecifrabili: non sa leggere. Alla morte del padre, il ragazzo
decide così di intraprendere un viaggio alla ricerca di qualcuno
che possa svelargli il senso di quelle pagine. In questo
ragazzino che sembra senza alcuna emotività c’è però la voglia
di scoprire i veri sentimenti del padre e anche di sapere di più
di un passato che non conosce. Nel cast anche Fabrizio
Ferracane, Maurizio Donadoni e Franco Ravera. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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