Nel 2023 in Italia è fortemente
cresciuto l’ammontare dei mutui rinegoziati (allungamenti,
passaggi da variabile a fisso, revisione del tasso di
interesse), per attenuare gli impatti dell’incremento dei tassi
d’interesse sull’importo delle rate dei mutui a tasso variabile.
A segnalarlo è l’ Abi segnala sulla base dei dati appena
pubblicati dalla Banca Centrale Europea.
Infatti, spiega l’associazione bancaria italiana in una nota,
nei primi nove mesi del 2023, l’ammontare dei mutui rinegoziati
è stato di 17,4 miliardi euro, ben superiore ai 5,1 miliardi nei
primi 9 mesi del 2022.
In termini di comparazione internazionale, nei primi 9 mesi del
2023 a fronte di un valore per l’Italia del 34,4%, l’incidenza
delle rinegoziazioni sul totale delle nuove erogazioni nell’area
dell’euro è del 24,4%.
L’Abi ricorda di avere promosso per i propri associati
l’adozione di misure in favore delle famiglie con mutui a tasso
variabile, quali ad esempio: l’allungamento del piano di
ammortamento dei finanziamenti per l’acquisto della prima casa;
l’ampliamento della platea dei beneficiari della rinegoziazione
dei contratti di mutuo ipotecario, introdotta dall’art.1, comma
322, della Legge 29 dicembre 2022, n. 197 (ad esempio,
ammettendo alla misura anche soggetti con reddito ISEE o con
mutui di importo più elevato rispetto a quanto previsto dalla
legge); l’ulteriore diffusione della conoscenza presso la
propria clientela della possibilità di ricorrere al Fondo di
solidarietà per i mutui per l’acquisto della prima casa
(cosiddetto Fondo Gasparrini), al fine di sospendere – al
verificarsi di specifici eventi – il pagamento delle rate del
finanziamento.
Secondo gli ultimi dati della Banca d’Italia le consistenze
di mutui a tasso fisso si collocavano al 63% del totale dei
mutui.
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Fonte Ansa.it