(ANSA) – ROMA, 05 GIU – ADAM, della regista marocchina Maryam
Touzani, è un inno alla donna e alla sua capacità di accogliere,
soffrire, dare la vita ed amare. Un inno alla sua forza
silenziosa come quella delle protagoniste di questo film pieno
di poesia già nella sezione Un Certain Regard del Festival di
Cannes e ora in sala con Movie Inspired.
Questa la storia. Samia (Nisrin Erradi), una giovane donna
visibilmente incinta, bussa a tutte le porte, in cerca di lavoro
e di un posto per dormire. Si capisce subito che è una brava
persona e che è davvero disperata. A una di quelle porte trova
Abla (Lubna Azabal), una vedova con il cuore in inverno che vive
con sua figlia Warda (Douae Belkhaouda) di otto anni. Nonostante
le sue molte chiusure, Abla alla fine accoglie Samia per la
notte. E qui inizia il più bel rapporto che si possa immaginare
tra tre donne, basato su silenzi, chiusure affettive, sorrisi
accennati e complicità. Una complicità che si lega anche alla discriminazione di un
mondo che relega le donne in un recinto: Abla, per non essere
dannata dalla società, non può che dare in affidamento un figlio
senza padre, e Warda è chiusa ancora nel dolore di un marito
scomparso troppo presto e, proprio come Abla, è una donna sola
in un mondo in cui “poche cose appartengono alle donne”.
Centrale in ADAM anche la panetteria in casa di Warda nella
Medina di Casablanca da cui sforna pane e dolci che vende dalla
finestra cucina. Qui la donna cerca di conciliare il suo lavoro,
la crescita di una vivace figlia e non dare nessuno spazio alle
avance romantiche di un suo fornitore di farina e zucchero.
(ANSA).
Fonte Ansa.it