(ANSA) – LONDRA, 02 OTT – L’Irlanda tutta, da nord a sud,
e il mondo della letteratura oltre qualunque confine piangono
oggi Derek Mahon, gigante della poesia irlandese e in lingua
inglese a cavallo fra la seconda metà del XX secolo e i primi
decenni nel XXI. Nato a Belfast, nell’Irlanda del Nord, e
trapiantatosi poi nella Repubblica dopo un periodo vissuto a
Londra, Mahon è morto a 78 anni presso Cork, a sud di Dublino,
dopo una breve malattia, come annunciato dal suo editore,
Gallery Press, che in poche righe gli rende omaggio come a un “artista puro” e a un “maestro di poesia”.
Un vero caposcuola, paragonato a letterati conterranei della
statura di WH Auden, Louis MacNeice o Samuel Beckett, la cui
eredità va ben oltre il pur celebre poema Everything Is Going to
be All Right (Andrà Tutto Bene), riscoperto nella dimensione
persino semplicistica dello slogan d’incoraggiamento durante i
mesi più duri del lockdown e della pandemia da coronavirus,
sebbene legato a versi improntati tutt’altro che a un facile
ottimismo esistenziale come ‘There will be dying, there will be
dying, / but there is no need to go into that’.
Voce lirica capace di attraversare mezzo secolo ai più alti
livelli, e di fare della poesia uno strumento in grado di
elevarsi sopra i sanguinosi conflitti e le profonde lacerazioni
comunitario-confessionali della sua terra nella stagione dei
Troubles, ha avuto durante nel corso della vita riconoscimenti
pressoché unanimi dalla critica e da tanti colleghi. Definito da
Brendan Kennelly “il Keats di Belfast”, ha continuato a scrivere
sino agli ultimi giorni: la sua raccolta finale, Washing Up, è
attesa dalla pubblicazione entro fine ottobre.
Fra i tanti tributi e i messaggi di addio, il Guardian
riporta quello del fratello poeta e concittadino Michael
Longley: “Derek – ha sottolineato Longley – era il mio più
vecchio amico e compagno di poesia.Siamo andati nella stessa
scuola di Belfast e abbiamo compiuto l’apprendistato lirico
insieme al Trinity College di Dublino, e già allora sapevo che
sarebbe stato uno dei più grandi poeti del secolo. Credo che la
sua poesia resterà viva fino a quando vivrà la lingua inglese”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it