Addio a Giovanna Marini, voce del canto popolare

“Saremo per sempre riconoscenti a
Giovanna Marini, per il suo lavoro di ricerca prezioso ed anche
coraggioso. Perdiamo un’autentica cantastorie”. Lo scrive Angelo
Branduardi tra i tanti che dicono addio sui social a Giovanna
Marini, scomparsa oggi a 87 anni, sintetizzando il lavoro e il
valore di questa artista. Compositrice, cantante, ricercatrice
che ha dedicato la sua vita alla tradizione orale fondando la
scuola di musica popolare di Testaccio negli anni Settanta, la
prima nel suo genere, che continua la sua attività ancora oggi. Nata a Roma (città in cui è scomparsa) il 19 gennaio del
1937, in una famiglia di musicisti, ha collaborato con la punta
di diamante degli artisti italiani – da Calvino a Dario Fo – che
hanno cercato di far combaciare letteratura colta e popolare,
che nella tradizione italiana sono spesso andate sulla stessa
linea. diplomata in chitarra al conservatorio di Santa Cecilia,
ha perfezionato i suoi studi con Andres Segovia. Agli inizi
degli anni Sessanta Giovanna Marini entra in contatto con i
maggiori intellettuali e studiosi della tradizione popolare
italiana, tra i quali Pier Paolo Pasolini, Italo Calvino,
Roberto Lydi, Gianni Bosio e Diego Carpitella. Nel 1964 a
Spoleto prende parte allo spettacolo Bella Ciao, provocando
scandalo e reazioni indignate da parte del pubblico. E’ il
nucleo fondante del Nuovo Canzoniere Italiano, collabora con il
celebre poeta in lingua sarda Peppino Marotto, dal quale impara
l’arte della narrazione popolare improvvisata, ed e’ una colonna
portante dell’Istituto Ernesto De Martino, in cui raccoglie i
canti popolari da lei scoperti e catalogati. Tra i suoi spettacoli, Ci ragiono e canto, diretto da Dario
Fo nel 1965, Vi parlo dell’America, Chiesa Chiesa ed Eroe. Nel ’74 fonda a Roma la Scuola Popolare di Testaccio. Nel 2002 con
Francesco De Gregori incide l’album Il fischio del vapore,
facendo conoscere dopo 40 anni il suo nome al grande pubblico.
    Nel 2005 compone le musiche di Le ceneri di Gramsci, sul testo
di Paolini, da cui nel 2006 viene tratto il disco omonimo. Colonna della musica italiana del Novecento, definita la ‘Joan Baez italiana’, riporta in auge il valore del canto
popolare e il suo valore politico, riportando alla luce in un
lavoro filologico il Nuovo Canzoniere italiano che porta in giro
per teatri e piazze della penisola. Importante il materiale
raccolto in raccolto in Salento tra il 1960 e gli inizi degli
anni Settanta. Il suo lavoro di ricerca le vale la cattedra di
etnomusicologia. Collabora con Marco Paolini per un opera su
Ustica, rimane nella storia il suo Lamento per Pasolini, i suoi
Treni per Reggio Calabria.
    In tutti questi anni ha scritto molta musica per teatro e per
il cinema: opere dirette da Attilio Corsini, Marco Mattolini (La
donna ragno, L’ècole des femmes, Funerale, Pentesilea, Robinson
Crusoe mercante di York, Nora Helmer, regia di Carlo Quartucci),
Fabbrica di Ascanio Celestini; per il cinema: tutte le opere di
Citto Maselli a partire dal 67 (Lettera aperta a un giornale
della sera, Storia d’amore, Il sospetto, I sei operai, L’alba,
Avventura di un fotografo, Codice privato, Il segreto, Cronache
del terzo millennio), Café Express di Nanni Loy, Terminal di
Paolo Breccia, Teresa Raquin di Giancarlo Cobelli, e altri. Nel
2016 la sua musica ha fatto da colonna sonora al documentario Un
paese di Calabria incentrato sulla storia del comune di Riace.
    Il suo ‘Bella ciao’ cantato nel cuore della Garbatella, colonna
sonora del 25 aprile del 2023.
   

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Fonte Ansa.it

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