(ANSA) – ROMA, 12 AGO – É passato un anno dalla presa del
potere dei talebani, il 15 agosto del 2021, e l’Afghanistan vive
in una crisi che negli ultimi mesi si è aggravata in modo
drammatico. Lo denuncia Intersos in una nota, in cui sottolinea
che nel Paese sette milioni di persone oggi vivono sull’orlo
della fame; mancano le strutture e il personale sanitario; i
prezzi dei beni di prima necessità sono aumentati del 40% dallo
scorso agosto, la moneta ha drasticamente perso valore rispetto
al dollaro e la crisi di liquidità, insieme al taglio dei fondi
internazionali sta rendendo più difficile l’arrivo gli aiuti
umanitari.
Nei primi sei mesi del 2022, l’ospedale provinciale della
provincia afghana di Zabul – dove gli operatori e i sanitari di
Intersos lavorano – ha registrato un aumento del 70% nel numero
di bambini malnutriti ricoverati rispetto allo stesso periodo
dell’anno precedente: una chiara indicazione dell’impatto
catastrofico che la crisi economica, il congelamento dei beni
dell’Afghanistan e la sospensione dei finanziamenti per lo
sviluppo stanno avendo su alcuni dei cittadini più vulnerabili.
Se i fondi per lo sviluppo non torneranno in Afghanistan e
se l’economia non riceverà una spinta urgente – avverte Intersos
– il sistema sanitario, già sovraccarico, sarà messo in
ginocchio e la crisi della fame che sta attanagliando la nazione
porterà ancora più bambini sulla soglia della morte. Intersos
esorta i Paesi donatori a finanziare interamente l’appello delle
Nazioni Unite di 4.4 miliardi di dollari per l’Afghanistan, per
consentire agli operatori umanitari di rispondere ai bisogni
della popolazione.
Tuttavia l’assistenza umanitaria da sola non può sostituire
un’economia funzionante. Per questo Intersos chiede alla
comunità internazionale e ai Talebani di trovare un modo per
rispondere ai bisogni più urgenti della popolazione. (ANSA).
Fonte Ansa.it