Si sono sentiti “abbandonati a loro
stessi”, “senza controlli gerarchici e anche aiuto da parte
della struttura, incapaci di gestire le situazioni” e per questo
capitava, in sostanza, che reagissero con violenza nei confronti
dei detenuti minorenni. E’ quanto hanno sostenuto, negli
interrogatori di oggi davanti al gip, cinque dei sei agenti
della Polizia penitenziaria, tutti giovani tra i 25 e i 35 anni
e in gran parte di prima nomina, arrestati ieri assieme a sette
loro colleghi nell’inchiesta milanese su maltrattamenti e
torture nel carcere minorile Beccaria di Milano. Uno si è
avvalso della facoltà di non rispondere.
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