Agusta A109: storia di un mito

Il 4 agosto 1971 si alzava in volo da Cascina Costa (Varese) per la prima volta il prototipo definitivo dell’A109, ai cui comandi vi era l’allora Capo Pilota Collaudatore dell’Agusta, Ottorino Lancia. Non erano trascorsi neanche due anni dal 19 settembre 1969, da quando cioè Bruno Lovera, responsabile del design e sviluppo di alcuni modelli di elicotteri dell’Agusta SpA, chiese al Conte Domenico Agusta l’autorizzazione per la costruzione di tre prototipi. La richiesta di Lovera, accettata dal vertice dell’Agusta, segnò l’inizio di un nuovo ciclo per l’azienda, emancipandola dallo status di produttore su licenza di modelli di aziende americane mantenuto dalla prima metà degli anni cinquanta, ed entrando a pieno titolo nel mercato mondiale di elicotteri come costruttore di modelli orginali.

Fino ad allora la società – nata nel 1923 in quella che era chiamata “provincia con le ali” – aveva realizzato modelli su licenza: solo successivamente, negli anni Sessanta, aveva dato vita a diversi prototipi, senza però condurli allo stadio di produzione e commercializzazione. L’Agusta A109 sarà il primo elicottero interamente italiano – progetto e costruzione – e sarà il primo a essere immesso sui circuiti internazionali. Il 28 agosto 1975, quattro anni e qualche mese dopo il primo volo, l’A109 viene infatti iscritto al Registro Aeronautico Italiano (oggi ENAC, Ente nazionale per l’aviazione civile) e riceve la certificazione della Federal Aviation Administration (FAA), cosa che permette all’elicottero, all’Agusta e all’Italia stessa di varcare i confini nazionali ed europei e di entrare nel mercato elicotteristico civile degli USA, da sempre il più vasto a livello globale.

È in questa cornice che nasce il primo centro di supporto per l’A109 a Filadelfia (USA), dove attualmente c’è lo stabilmento e il centro logistico della Divisione Elicotteri di Leonardo – l’azienda aerospaziale italiana in cui nel 2016, dopo diverse vicende societarie, confluì l’Agusta. Le prime consegne dell’A109 iniziarono nel 1976: in Italia, negli anni, oltre al mercato civile, i principali clienti furono Esercito, Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza e Dipartimento di Protezione Civile (istituito nel 1990).

L’A109, nella sua versione finale, si presentava come un velivolo a otto posti compreso il pilota, peso a vuoto di 1.400 chilogrammi e peso massimo totale di 2.400 kg, con il carrello completamente retrattile per la migliore aerodinamicità. Montava un rotore principale con quattro pale, un rotore di coda semirigido a due pale e, grazie ai due motori Allison 250-C20, toccava i 285 chilometri l’ora (168 nodi). Grazie a queste caratteristiche l’A109 diventa l’elicottero biturbina leggero multiruolo più veloce al mondo nella sua categoria.

A distanza di 50 anni da quel primo volo di prova, grazie a quel progetto innovativo e a tutte le sue successive evoluzioni, Leonardo detiene una posizione di primo piano nel mercato degli elicotteri bimotore leggeri – che in diversi Paesi sono i più diffusi sia per il trasporto passeggeri, sia per i servizi. Nel 2008 un diretto discendente dell’A109 ha stabilito il record mondiale di velocità, ancora imbattuto, compiendo il giro del mondo in 13 giorni.

Oggi la storia di questo mito italiano è raccontata al Museo Agusta – dove accanto agli elicotteri c’è anche tutta la storia delle motociclette che hanno caratterizzato la prima fase di Agusta.

Fonte Focus.it

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