Nel negoziato sulla riforma del
Patto di stabilità restano le aperture a garanzia degli
investimenti nella transizione, chiesti anche dall’Italia. E’
quanto apprende l’ANSA da fonti vicine alla trattativa: si
prevede, in particolare, che in via transitoria per l’estensione
dei piani di spesa siano sufficienti gli impegni presi sui Pnrr,
e che per due anni i progetti legati a Pnrr e il cofinanziamento
nazionale dei fondi Ue siano considerati per deroghe sulla
linearità degli aggiustamenti fiscali. Investimenti nella difesa
saranno invece considerate “fattori rilevanti” nell’attivazione
della procedura per deficit eccessivo.
Si registra intanto un netto calo delle cifre di
assestamento di bilancio al negoziato sulla riforma del Patto di
stabilità, da domani al confronto dei ministri delle Finanze Ue.
Ma nella trattativa “è diventato tutto complicatissimo”. Per il
deficit oltre il 3% del Pil l’aggiustamento strutturale primario
annuo si negozia tra lo 0,3 e lo 0,4% (era 0,5%), o dello
0,2-0,25% con l’estensione dei piani (prima non c’era un doppio
valore). L’obiettivo rimane l’1,5%. Per il debito resta
l’ipotesi di calo dello 0,5-1% annuo. Per la deviazione dei
piani si ipotizza lo 0,2-0,5% in un anno e 0,5-0,75% cumulato.
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Fonte Ansa.it