Al via campagna internazionale per la liberazione di Assange

(ANSA) – ROMA, 20 OTT – Chiedere la liberazione di Julian
Assange, assurdamente detenuto per aver avuto il coraggio di
denunciare crimini di guerra e gravissime violazioni dei diritti
umani, e ridare così ruolo e valore ad un’informazione davvero
libera e indipendente. E’ l’obiettivo della campagna
internazionale “La mia voce per Assange” promossa da un comitato
– formato da Paolo Benvenuti, Daniele Costantini, Flavia Donati,
Giuseppe Gaudino, Laura Morante, Armando Spataro, Grazia Tuzi,
Vincenzo Vita – che ha accolto l’appello lanciato dal Premio
Nobel per la pace, Adolfo Pérez Esquivel. L’iniziativa è stata
presentata alla Federazione nazionale della Stampa italiana, nel
corso della quale sono stati trasmessi alcuni video registrati
da Premi Nobel, personalità del mondo della cultura,
dell’informazione e dello spettacolo che hanno aderito a questa
campagna per affermare che – come recita lo slogan della
campagna – “la trasparenza è condizione irrinunciabile della
democrazia”. Tra gli interventi quello del direttore de
L’Avvenire, Marco Tarquinio, che ha rimarcato “la delusione
crescente che arriva dalle democrazie anglosassoni che stanno
mandando segnali ambigui e preoccupanti”. Gianni Barbacetto ha
affermato che “Assange non è una spia ma un giornalista, perché
mette a conoscenza non i segreti delle nazioni, ma i loro
crimini. Dobbiamo vincere questo ricatto”. D’accordo il
presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, che ha
sottolineato “l’amarezza per l’assenza di larga parte del
sistema informativo italiano su una vicenda che invece interessa
alla gente”. “Assange – ha aggiunto Stefania Maurizi – non verrà
salvato dalla legge, ma dalla mobilitazione dell’opinione
pubblica”. Per il portavoce di Amnesty International Italia,
Riccardo Noury, “dal punto di vista della violazione dei diritti
umani non è una storia controversa ma cristallina: non c’è un
processo equo e non ci sono accuse fondate. No all’estradizione,
sì alla carcerazione”. Per Alberto Negri, infine, “la nostra
stampa dovrebbe vergognarsi, perché la complicità e il silenzio
uccidono il giornalismo”. La campagna è sostenuta da Fnsi, Anac,
Articolo 21, Aamod e sarà seguita da Avvenire, il Manifesto e il
Fatto Quotidiano. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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