Aline, una favola popolare ispirata a Celine Dion

(ANSA) – ROMA, 15 GEN – Una bella favola popolare che alla
fine commuove perché ispirata, seppur con molte libertà, alla
vita di Céline Dion che, oltre al talento, ha avuto un’esistenza
complicata e un po’ da Cenerentola. Ma non solo questo: ALINE.
    LA VOCE DELL’AMORE, di e con Valérie Lemercier, dal 20 gennaio
al cinema con Universal e Lucky Red, è oltre che un singolare
omaggio alla pop star da parte di un’artista nota in genere per
la sua ironia, soprattutto il ritratto di una persona ordinaria,
come tante, che ha avuto coraggio e successo. Per quanto
riguarda quest’ultimo c’è poco da dire: è l’artista canadese che
ha venduto più dischi di tutti (200 milioni di copie in tutto il
mondo) e con un patrimonio stimato in oltre 450 milioni di
dollari.
    Ma in questo ritratto romanzato e melò della vita di Céline
Dion, con la Lemercier nei panni di ‘Aline Dieu’, cantante
canadese che diventa superstar internazionale, c’è poi il grande
coraggio di quelli che sono i tre veri protagonisti di questa
commedia drammatica francese: la stessa Aline/Celine, la madre
Sylvette (Danielle Fichaud), motore del successo della figlia, e
il suo manager Guy – Claude (interpretato dall’attore canadese
Sylvain Marcel), grande amore da lei sposato contro tutto e
tutti: quando si incontrano la prima volta lei ha dodici anni e
lui trentotto.
    Infine, sul fronte fiaba tanti sono gli elementi che parlano in
questo senso. Intanto la sua famiglia cattolica e molto semplice
composta da quattordici figli; il fatto che a soli dodici anni
Celine scrisse la sua prima canzone, Ce n’était qu’un rêve
grazie all’aiuto del fratello Michel e della madre e infine, il
suo stesso esordio artistico. Ovvero l’invio di una sua cassetta
registrata al discografico René Angélil che, colpito dalla sua
voce, la invita subito nel suo studio, le dà una matita dicendo: “Immagina che sia un microfono, ora canta come se fossi in uno
spettacolo esaurito in ogni ordine di posti”. Lontana da ogni
agiografia, piuttosto nel segno di “sono una persona
ordinaria”, la biopic della Lemercier, già al Festival di
Cannes fuori concorso, punta all’umanità che c’è dietro la star.
    E lo fa dagli inizi fino all’Oscar per ‘My Heart Will Go On’ del
film TITANIC. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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