Alta tensione nel nord del Kosovo dopo uccisione del poliziotto

Nella zona di Banjska, il
villaggio del nord del Kosovo teatro la notte scorsa di uno
scontro a fuoco nel quale un poliziotto kosovaro è rimasto
ucciso e altri due feriti, si sentono ancora sporadiche
sparatorie, e si ipotizzano altri scontri fra polizia e bande
criminali. A riferirlo sono i media a Pristina, secondo cui sul
posto stanno affluendo ingenti unità di polizia, che bloccano
strade e incroci sensibili della zona. L’ingresso in Kosovo è
stato chiuso ai due importanti valichi di Jarinje e Brnjak, al
confine con la Serbia.
    Sempre secondo i media kosovari, i responsabili dell’attacco
armato contro la pattuglia di polizia si sarebbero rifugiati in
un monastero serbo ortodosso a Banjska. Il premier Kurti, che
accusa gruppi criminali e contrabbandieri serbi, ha convocato
il consiglio di sicurezza, mentre si susseguono reazioni di dura
condanna dell’attacco alla pattuglia di polizia.
    Sul posto è giunto il capo della missione europea Eulex, il
generale italiano Giovanni Pietro Barbano. Il capo della missone
dell’Onu in Kosovo (Unmik) Caroline Ziadeh e gli ambasciatori
di Usa e Germania a Pristina, Jeffrey Hovenier e Jorn Rohde,
hanno stigmatizzato con parole dure l’attacco ai poliziotti,
sottolineando l’importanza di assicurare i responsabili alla
giustizia. Condanna anche da parte dei leader di tutte le forze
politiche locali, mentre la tensione nel nord del Kosovo è
tornata rapidamente a salire.
   

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Fonte Ansa.it

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