Amelio, caso Braibanti è grandissima storia d’amore omosessuale

(ANSA) – VENEZIA, 06 SET – Il Signore delle Formiche, di
Gianni Amelio, in gara per il Leone d’oro, in sala dall’8
settembre con 01 Distribution, ricostruisce il caso di Aldo
Braibanti, la storia del poeta, scrittore, drammaturgo emiliano,
omosessuale, accusato di aver plagiato un suo studente,
maggiorenne, il quale subì, per volere della famiglia,
l’elettroshock e l’ospedale psichiatrico. Finì sotto processo a
Roma e fu condannato a nove anni, era il 1968. La vicenda, con
le proteste fuori del tribunale, ebbe grande eco.
    “Amo questo film, lo accompagnerò anche nell’ultima
parrocchiale di Malta”, ha detto Amelio, “ma non sono felice,
non per quest’opera che invece penso sia una delle mie migliori
ma per mie cose private, per la storia d’amore che ho vissuto
sul set molto tormentata. Forse il film si è giovato di questo,
ho scoperto le stesse fragilità del protagonista. Insomma è il
caso Braibanti ma soprattutto la storia d’amore tra un uomo e un
ragazzo, ed è diventato molto autobiografico”.
    Nel film, con Luigi Lo Cascio nel ruolo dell’intellettuale di
Fiorenzuola d’Arda (Piacenza), l’esordiente Leonardo Maltese (il
giovane Ettore, nome di fantasia perché la vera famiglia non ha
acconsentito), Elio Germano in quello di Ennio, giornalista
dell’Unità che si appassiona al processo e vuole raccontarlo
senza censure, appare ad un certo punto durante le proteste
guidate dalla giovane Graziella (Sara Serraiocco), il volto di
Emma Bonino oggi. “Non era neppure nel partito radicale in
quegli anni, mi ha detto – ha spiegato Amelio – ma io ho
preferito il suo volto a quello di una comparsa con l’immagine
di Marco Pannella, mi interessava far vedere quanto sono stati
importanti in Italia, quanto coraggio hanno avuto e si deve al
Partito Radicale se è stato cancellato nel 1981 il reato di
plagio”. Era presente anche Franco Grillini, presidente onorario
di Arcigay: “La questione omosessuale non è risolta – ha detto
con Amelio che lo applaudiva – basti pensare al vergognoso
applauso in Senato per lo stop alla legge Zan”.
    Il film è una produzione Kavac film, Ibc Movie, Tenderstories
con Rai Cinema. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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