Anna Frank diventa mito grazie ad Ari Folman

(Di Giorgio Gosetti) (ANSA) – ROMA, 09 LUG – Una volta si diceva cartone animato
e si pensava subito a un film solo per bambini; poi si è
cominciato a parlare di graphic novel e tutto è cambiato
sintonizzando il mondo degli adulti su temi e storie che hanno a
che fare più con la realtà che con la favola. E poi arrivò
l’israeliano Ari Folman che oggi porta fuori concorso al
festival il suo nuovo lavoro DOV’E’ ANNA FRANK. La prima
sorpresa, mentre sullo schermo scorrono le immagini, pulite e
levigate da un tratto lieve proprio come in un’antica favola,
viene dalla scelta di spostare l’obiettivo sull’amica del cuore,
l’immaginaria Kitty a cui Anna Frank indirizzava le lettere
raccolte nel celebre diario scritto durante l’occupazione
nazista dell’Olanda. Nel film Kitty si ritrova trasportata nel
tempo all’Amsterdam di oggi, proprio nella casa abitata oltre 70
anni fa dalla sua coetanea. Se Kitty è viva e vegeta -pensa lei
stessa – la stessa sorte deve essere toccata ad Anna, nonostante
le paure, la caccia nazista agli ebrei, i bombardamenti e la
guerra ancora non decisa. Così Kitty esce di casa, incontra un
ragazzo, Peter, che si batte per portare in salvo irregolari,
immigrati, perseguitati, e con lui va alla ricerca dell’amica
più cara. A guidarla è il prezioso diario che il papà di Anna,
Otto, le aveva regalato e che ora è fitto di ricordi, speranze,
storie quotidiane. Ma ciò che Kitty trova fuori dalle mura della
vecchia casa non è il sogno di pace e libertà che ha diviso con
l’amica: brutalità, polizia, indifferenza, paura del diverso
stanno ancora lì e salvare anche un solo perseguitato sembra
un’impresa. Il giovane Peter (lo stesso nome dell’unico ragazzo
che Anna ha amato) sa cosa deve fare, Kitty scopre che oggi la
sua amica vive ovunque e da nessuna parte perché dove un solo
individuo è in pericolo, lì c’è anche lei. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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