(ANSA) – NEW YORK, 19 GEN – E’ stato davvero un ebreo di
Amsterdam a tradire Anna Frank? Storici olandesi gettano dubbi
sulle conclusioni dell’inchiesta coordinata da un ex agente
dell’Fbi secondo cui il ricco notaio Arnold van den Bergh
avrebbe indirizzato la polizia nella soffitta di Prinsengracht
dove la famiglia Frank si nascose per due anni per sfuggire ai
campi di sterminio.
L’indagine dell’ex agente dell’Fbi Vincent Pankoke e di un ‘dream team’ di investigatori e ricercatori d’archivio,
pubblicata ieri nel libro “The Betrayal of Anne Frank” di
Rosemary Sullivan in vista della Giornata della Memoria il 27
gennaio, ha ricevuto nelle ultime ore una vasta copertura in
tutto il mondo. Oggi però in Olanda numerosi esperti hanno
espresso dubbi sulle conclusioni: “Offrono informazioni che
meritano approfondimento, ma nessuna base per l’accusa
centrale”, ha detto Ronald Leopold, il direttore della
casa-museo di Anna Frank che presenterà le scoperte del gruppo
di Pankoke come “una delle tante teorie” considerate nel corso
degli anni.
Molti hanno poi contestato il peso dato nel corso
dell’inchiesta al Jewish Council di Amsterdam, un comitato di
collaborazionisti di cui van den Bergh era stato tra i fondatori
e che, secondo gli investigatori, avrebbe tenuto liste dei
nascondigli degli ebrei come quello dove si erano chiusi i
Frank. “Accusano senza dare vere prove”, ha detto Laurien
Vastenhout, una ricercatrice del NIOD Institute for War,
Holocaust and Genocide Studies: “Ancora una volta abbiamo una
narrativa in cui sono gli ebrei ad essere i colpevoli”. (ANSA).
Fonte Ansa.it