La realtà aumentata sta prendendo pian piano sempre più piede nel mondo di Apple e, in un futuro non troppo distante, la casa di Cupertino potrebbe essere addirittura in grado di presentare un progetto completamente dedicato. Infatti, già da tempo ha inserito sui suoi dispositivi dei piccoli accenni alla tecnologia, fino all’introduzione di sensori di profondità lidar nei suoi dispositivi nei recenti iPhone 12 Pro e iPad di ultima generazione per la scansione in 3D, compiendo un ulteriore passo in avanti verso il futuro.
Apple e la realtà aumentata, un po’ di storia
Il rapporto tra Apple e l’AR nasce già diversi anni orsono, nel 2017, con le prime app in grado di integrarsi con l’ambiente circostante. Il debutto è stato segnato dall’introduzione dell’applicazione Ikea e di Pokemon Go.
Due finalità completamente diverse, dunque, ma con un fondamento comune: ovvero l’inserimento nel mondo della realtà di oggetti/personaggi virtuali, da una parte i complementi d’arredo dell’azienda svedese, dall’altra i piccoli ma combattivi esseri pronti a emergere dalle proprie sfere poké per sfide all’ultimo fiato. Con il corso del tempo il numero delle app è cresciuto a vista d’occhio, spaziando tra gli usi e le caratteristiche di interazione con ciò che si presenta fuori dall’altra parte dello schermo.
Per Mike Rockwell, capo dell’AR di Apple, e Allessandra McGinnis, senior product manager dello stesso ramo, prima di proseguire nel cammino è necessario perfezionare ciò che già è presente all’interno del device. Ciò avviene migliorando gli strumenti già presenti, ampliando le capacità e lo sviluppo della tecnologia che permette di creare scenari sempre più realistici e coinvolgenti.
In un’intervista rilasciata a CNet.com, Rockwell ha sottolineato il potenziale della realtà aumentata: “L’AR ha un enorme potenziale per essere utile alle persone nella loro vita attraverso i dispositivi che esistono oggi e i dispositivi che potrebbero esistere domani, ma dobbiamo assicurarci che abbia successo. Per noi, il modo migliore per farlo è abilitare il nostro ecosistema di dispositivi, in modo che sia un luogo sano e redditizio in cui le persone possano investire il loro tempo e i loro sforzi”.
Apple e la realtà aumentata, visori vs. smartphone?
Se Apple ha scelto di non perseguire, almeno per il momento, la via dei visori per la realtà aumentata, altre aziende come Magic Leap, Microsoft e Facebook stessa sono entrate nel mondo dell’alta tecnologia, attraverso la creazione di occhiali capaci di fondere la realtà con il mondo del virtuale, con un futuro prossimo targato Qualcomm vista la scelta di implementare nei prodotti i chip della casa produttrice statunitense.
Ci sono esempi come quello di Oculus Quest 2, coinvolto in una costante crescita in termini di prestazioni ma ancora poco diffuso, almeno rispetto agli smartphone di ultima generazione di cui una cospicua parte della popolazione è già dotata.
Un altro nome della lista è quello del VR headset di PlayStation, con oltre 5 milioni di vendite fino a oggi ma che, paragonato al mondo della telefonia, non può ancora reggere il confronto nonostante la spinta di Microsoft e Mag Leap che, già negli anni passati, hanno provato a vendere l’idea dell’imminente arrivo di un mondo combinato tra vero e virtuale.
Apple e la realtà aumentata: quali sono le app più apprezzate su iOS?
Apple, invece, si basa su numeri diversi: Cupertino ha infatti contato oltre 10mila app per il sistema operativo iOS, per un totale di 7mila sviluppatori, già improntate e pronte all’introduzione della realtà aumentata. Non si tratta di giochi ma, nella maggior parte, di applicazioni dedicate allo shopping o ai lavori di ristrutturazione, ovvero tutte quelle attività che permettono di svolgere o programmare azioni da compiere direttamente all’interno della propria abitazione, senza dover mettere il naso fuori di casa (come invece accaduto per Pokemon Go o giochi similari).
Diventa dunque più facile effettuare l’acquisto di un piccolo mobile, un accessorio o qualsiasi altro elemento d’arredo che normalmente avrebbe richiesto una o più visite in un negozio specializzato. A questo, poi, bisognava aggiungere a una serie di misurazioni e valutazioni che – in ogni caso – non permettevano di poter visualizzare l’oggetto direttamente all’interno del suo ambiente finale.
Una maggiore precisione, puntualizza McGinnis, si traduce anche in un minor numero di resi da gestire. Una situazione completamente a favore per le versioni online dei canonici negozi fisici che, in questo modo, possono contare su fette di guadagno più ampie, gestioni dei resi e dei rimborsi ridotte al minimo e una maggiore soddisfazione del cliente che è spinto a utilizzare nuovamente lo shop per gli acquisti futuri.
Stefano Corrazza, capo dell’AR di Adobe che per Apple sviluppa l’applicazione dedicata alla realtà aumentata Aero, condivide con Cupertino la stessa visione legata all’utilizzo tramite smartphone: “I visori sono sulla nostra tabella di marcia, nessuno ha raggiunto la dimensione critica che ci spinge a sviluppare”. Inoltre, Corrazza ha precisato come tutta la “magia” continuerà in ogni caso ad avvenire nello smartphone, il quale diventa dunque lo strumento primario ancor prima del visore stesso: “Anche con un visore, il telefono sarà il luogo in cui avvengono tutti i calcoli e dai cui, potenzialmente, è possibile trasmettere agli occhiali”.
Apple e la realtà aumentata, come è stata utilizzata la metodologia lidar?
In principio, per Apple è stato il riconoscimento del suolo attraverso i sensori di movimento coordinati con il giroscopio e la fotocamera. Poi, in seconda battuta, è stata al volta dei muri e delle persone. Con lidar, iPhone e iPad ha potuto mappare in 3D un’intera area, dalle dimensioni ai contenuti, come persone od oggetti presenti.
Si tratta di uno strumento evoluto, sfruttato al meglio da applicazioni creative come Polycam, Record 3D o 3D Scanner che ben poco hanno a che vedere con i rudimentali tentativi – principalmente in formato game – dei primi tempi dell’AR. Lo sa bene Sketchfab, uno dei repository principali di oggetti in 3D presente in rete. Con quattro milioni di iscritti ma che solo ora, per la prima volta, sta vedendo crescere i propri profitti. Come ricordato dal CEO dell’azienda Alban Denoyel, i tempi sembravano già maturi da anni. E invece, vista la mancanza di dispositivi adatti, l’aspettativa è andata man mano scemando fino a sopirsi completamente. Almeno fino a pochi mesi fa. Lo stesso vale per Snapchat che, grazie a lidar, ha sviluppato gli effetti che consentono di far interagire il volto umano e il mondo reale con i filtri disponibili sull’applicazione. Ma, secondo Eitan Pilipski, Vicepresidente di Snapchat, le cose potrebbero cambiare a breve vista la volontà di sperimentare su più ampia scala, uscendo dai confini del corpo umano.
Apple e la realtà virtuale, qual è il contributo di Cupertino allo sviluppo?
Con la crescita del numero di app in grado di fornire scansioni in 3D, Apple potrebbe scegliere di dare la possibilità ai suoi utenti di condividere file in formati che ricordano quelli delle attuali foto o PDF. Sebbene tali strumenti non esistano ancora, un primo accenno verso questa direzione è quello effettuato dalla camera integrata in iPhone 12 Pro.
Non si tratta di una vera e propria introduzione della realtà aumentata ma di un’integrazione di lidar per migliorare la messa a fuoco in caso di ritratti e foto notturne. In futuro, invece, si potrebbero avere foto navigabili al tocco del dito, con possibilità di esplorare aree adiacenti al soggetto o di ruotare intorno allo stesso per diversi punti di vista.
Lo stesso principio potrebbe applicarsi alle app dedicate all’accessibilità, come già sta accadendo con gli AirPods come supporti audio. La fotocamera potrebbe diventare uno strumento per le persone con deficit della vista, un po’ quello che ha iniziato a fare iOS 14.2 con il riconoscimento della distanza tra le persone.
Di certo, per Apple il futuro della realtà aumentata è adesso: “Queste cose sono, all’inizio, piuttosto delicate ed è necessario essere in possesso di tutti gli elementi affinché abbiano successo. Tra qualche anno – ha sottolineato Rockwell – sarà una di quelle cose in cui non ricorderemo di aver vissuto senza, proprio come Internet. Ci sentiremo come se l’avessimo sempre usata regolarmente, sarà semplicemente integrato nelle nostre vite”.
Fonte Fastweb.it