(ANSA) – MILANO, 23 AGO – Apple ha inserito anche i MacBook
Air e MacBook Pro dotati del chip M1 all’interno del Self
Service Repair. Lanciato lo scorso novembre, il programma
consente a chiunque di riparare iPhone 12, iPhone 13 e, da oggi,
i due portatili della Mela, accedendo a manuali tecnici e a un
negozio di ricambi online. Negli Stati Uniti, dove l’iniziativa
è attiva, vi è anche l’opzione per noleggiare un kit completo
con gli strumenti necessari ad aprire e intervenire su un
MacBook, per 49 dollari a settimana. A questi bisognerà poi
aggiungere il prezzo delle parti da sostituire, dai 5 dollari
per le viti, ai 29 dollari per gli altoparlanti e gli oltre 580
dollari per un’intera scheda logica. La società afferma che i
prezzi sono gli stessi dei circa 5.000 fornitori di servizi
autorizzati negli Usa. Secondo Techcrunch, Apple prevede di
estendere il programma a più modelli di Mac “entro quest’anno”,
come iMac e Mac Studio Display M2, e in altri paesi oltre agli
States. Come nel caso degli iPhone, il colosso di Cupertino
permette di ridurre il costo del nuovo hardware se si rispedisce
indietro quello danneggiato. Così, è possibile risparmiare più
della metà per le componenti di valore, come le schede. Senza
inviare nulla alla compagnia, il prezzo di elementi come memoria
ram e archiviazione diventando fuori mercato, probabilmente per
scoraggiare chi pensa di poter aggiornare il proprio portatile
sostituendo i moduli e dotandoli di maggiore potenza e capacità.
Negli ultimi tre anni, Apple ha quasi raddoppiato negli Usa il
numero di centri di assistenza con accesso a parti, strumenti e
formazione, inclusi 3.500 fornitori di riparazioni indipendenti.
Come osserva l’azienda: “Una rete globale di oltre 5.000 centri
autorizzati Apple supporta più di 100.000 tecnici attivi. Di
conseguenza, negli Stati Uniti, otto clienti su dieci si trovano
entro 20 minuti da un fornitore di servizi autorizzato”. (ANSA).
Fonte Ansa.it