(ANSA) – ROMA, 14 MAG – “In una fossa comune recentemente
hanno scoperto quasi 500 persone con le mani legate e con una
pallottola nella testa. Vuol dire che sono state assassinate in
un modo crudele, nello stesso modo in cui ai tempi di Stalin
assassinarono gente innocente gettandola in fosse comuni”. Lo ha
riferito l’arcivescovo maggiore di Kiev, mons. Sviatoslav
Shevchuk rendendo una testimonianza della situazione del suo
Paese in video collegamento con il XXIII Convegno Nazionale per
la Pastorale della Salute della Cei, che si è tenuto a Cagliari
dal 9 al 12 maggio. Lo rende noto il Segretariato
dell’arcivescovo maggiore, con sede a Roma.
Quello che vive l’Ucraina è un “momento drammatico”, con una
guerra che ha comunque fatto cadere le maschere e mostrato tutti
per quello che sono davvero, ha spiegato Shevchuk. Dal ricordo
del 24 febbraio, quando Kiev è stata messa sotto il fuoco russo,
alla decisione di salvare vite umane, “un dovere primario” come “Chiesa e comunità cristiana”, fino alle difficoltà di farlo in
quelle condizioni. Ma “grazie a Dio, siamo sopravvissuti”, ha
detto il primate della Chiesa greco-cattolica ucraina. E ha
aggiunto: “Non pensavo che sarei riuscito a sopravvivere perché
la capitale in tre giorni era quasi circondata. L’esercito
ucraino è stato capace di fermare i carri armati russi a 50
chilometri dalla nostra cattedrale”. (ANSA).
Fonte Ansa.it