“L’utilizzo dell’App per il Contact-tracing rappresenta anzitutto un sinonimo di generosità, solidarietà e, lasciatemelo dire, di comunità. Ma il sistema di tracciamento utilizzato dovrà essere messo in campo rispondendo a due requisiti fondamentali: il rispetto della sicurezza e il rispetto della privacy”. Così il Commissario per l’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, questa mattina nella consueta conferenza stampa alla Protezione civile.
App e sicurezza
“Rispettare la sicurezza – ha continuato Arcuri – vuol dire essere certi che le informazioni tracciate non vengano utilizzate ad altri fini o da altri soggetti: non sarà dunque possibile da parte mia allocare queste informazioni in un’infrastruttura che non sia pubblica e italiana. Inoltre, la riservatezza dei dati personali è un diritto inalienabile e irrinunciabile, una componente essenziale della libertà personale, pertanto voglio rassicurare che nulla accadrà se non nel totale rispetto delle leggi sulla privacy nazionali e sovranazionali”.
Necessario connettere il contact tracing con il sistema sanitario nazionale
Il Commissario ha precisato poi che “il contact-tracing assume di certo una valenza fondamentale per accompagnare l’alleggerimento delle misure di contenimento, ma solo se si connette al Sistema sanitario nazionale, affinché questo possa intervenire tempestivamente ed efficacemente nella gestione della emergenza nella sua seconda fase”.
Gli approvvigionamenti
Il Commissario ha poi fatto il punto sugli approvvigionamenti. In particolare sui tamponi: “A ieri in Francia, ogni 100.000 abitanti sono stati fatti 560 tamponi; nel Regno Unito 710; negli Stati Uniti 1125; in Spagna 1990; in Germania 2063; in Italia 2244. Con orgoglio possiamo dire che siamo il Paese con la maggiore percentuale di tamponi eseguiti per abitante. Un mese fa in Italia erano stati fatti 182.777 tamponi, ieri 1.398.024, il 500% in più di un mese fa. E continuiamo a distribuire 250.000 tamponi al giorno”.
“Sono 2573 gli italiani ancora ricoverati in terapia intensiva – ha chiuso Arcuri – e 2659 sono i ventilatori inviati alle regioni: per la prima volta da ieri i ventilatori che abbiamo mandato alle regioni italiane sono di più dei ricoverati in terapia intensiva, segno che il contagio si sta attenuando. Inoltre, le regioni ora riescono a mettere da parte una quota di mascherine che ieri era complessivamente di 40,3 milioni, una dotazione di magazzino che servirà per fronteggiare picchi di domanda o rigurgiti dell’emergenza. Direi che ormai l’argomento delle mascherine ha lasciato il passo a ulteriori questioni”.
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Fonte Salute.gov.it News