Aspirapolvere robot, cosa considerare prima dell’acquisto

Se c’è una cosa che non piace quasi a nessuno di sicuro è fare le pulizie domestiche: è faticoso, noioso e fa perdere un sacco di tempo che potrebbe essere impiegato in attività ben più divertenti, rilassanti o costruttive.

Per questo la ricerca tecnologica ha trovato, negli anni, soluzioni sempre più innovative per offrire al grande pubblico dispositivi che riducono il tempo e la fatica delle pulizie. Una di queste soluzioni, dal 1865, è l’aspirapolvere.

Recentemente, negli ultimi vent’anni, l’aspirapolvere si è evoluto in un nuovo, apprezzatissimo, elettrodomestico: l’aspirapolvere robot

Cioè quell’aggeggio a forma di disco volante, che gira autonomamente per casa aspirando la polvere e facendo il grosso del lavoro al posto nostro. 

Da quando è stato inventato, a inizio millennio, il robot aspirapolvere ha suscitato subito interesse e desiderio da parte di milioni di potenziali acquirenti, frenati però da un prezzo decisamente elevato.

Le cose sono cambiate, e parecchio, negli ultimi anni con l’ingresso nel mercato di decine di produttori asiatici che hanno lanciato aspirapolvere robot dal prezzo sempre più basso. Oggi, per fortuna, è possibile comprare dei buoni modelli già con 200-300 euro e, quindi, è giusto iniziare a chiedersi come scegliere il modello giusto.

Prima di chiedersi quale sia l’aspirapolvere giusto per noi, però, è meglio chiedersi quale sia la casa ideale per l’aspirapolvere robot medio: non sempre, infatti, la nostra casa è compatibile con questi dispositivi.

Robot aspirapolvere: il fattore casa

Tutti sanno benissimo cosa fa di mestiere un robot aspirapolvere: gira per casa in modo autonomo, guidato da un tot di sensori e una manciata di algoritmi di intelligenza artificiale, aspirando la polvere che trova lungo il suo cammino.

Due o più spazzole girano per spingere la polvere verso la bocca di aspirazione, dove un’altra spazzola gira per portare lo sporco nel serbatoio, mentre le ruote motorizzate fanno muovere il robottino.

Il mestiere che il robot aspirapolvere non sa fare, invece, è quello dell’atleta: non sa saltare, né verso l’alto né verso il basso, né sa scavalcare gli ostacoli.

Ormai tutti i robot sono in grado di riconoscere un gradino e di non tuffarsi nel vuoto, ma affinché il robot possa lavorare in modo efficace e pulire casa in modo completo, l’abitazione deve essere tutta su un livello, non deve presentare scalini, non si devono lasciare le porte chiuse. Altrimenti la pulizia sarà parziale.

Lo stesso vale anche in caso di sedie, tavoli e altri mobili che impediscono il passaggio al robot: il dispositivo proverà più volte a trovare una via per passare, ma se non la troverà tornerà indietro lasciando parte della casa non pulita.

Certo, è possibile spostare il robot aspirapolvere manualmente, stanza per stanza, ma non è certo lo scenario ideale di utilizzo per questi dispositivi. 

Se la casa è molto grande, dai 100-120 metri quadrati in su, c’è poi da considerare la questione batteria: i robot aspirapolvere consumano molta energia, specialmente quelli più potenti, e difficilmente riescono a coprire grandi distanze

Se poi gli ostacoli sono parecchi le cose si complicano, perché il device sarà costretto a fare avanti e indietro più volte in cerca della strada giusta, consumando ancor più batteria.

In casa ci sono gatti, cani o altri animali domestici? La domanda è importante per due motivi: il primo è che il pelo di animale richiede che il robot sia dotato di apposite spazzole, o potrebbe rompersi, il secondo è che l’animale potrebbe realmente restare terrorizzato dal robottino

Nel caso di un cane si può risolvere approfittando della passeggiata per fare la pulizia, ma con gatti, conigli nani e altri pet le cose si complicano.

Robot aspirapolvere: le caratteristiche da cercare

robot aspirapolvere migliori

Se la casa è compatibile con un robot aspirapolvere, allora non resta altro che analizzare i vari modelli disponibili per cercare le caratteristiche tecniche migliori. La prima caratteristica da valutare è la potenza di aspirazione, solitamente espressa in “Pa”, cioè “Pascal” (unità di misura della pressione).

Maggiore è la potenza, migliore sarà la performance del robot aspirapolvere nell’aspirare la polvere e i detriti più grossi e pesanti ma, allo stesso tempo, maggiore sarà il rumore prodotto e minore sarà l’autonomia. In linea di massima possiamo considerare 3000 Pa come una potenza elevata.

Il secondo fattore da valutare nei robot aspirapolvere è la dotazione di sensori. I modelli base sono dotati solo di sensori ad ultrasuoni, grazie ai quali possono orientarsi in tempo reale nello spazio (il principio è lo stesso del sonar o del radar). 

I modelli più evoluti sono dotati di sensori laser come il LiDAR, tramite i quali è possibile creare una vera e propria mappatura 3D della casa, che poi sarà gestibile dall’app per smartphone per scegliere le stanze da pulire e dividere l’abitazione in zone.

Un robot aspirapolvere con mappatura della casa costa ovviamente di più, ma è decisamente più comodo da usare perché senza mappatura è necessario confinare fisicamente il dispositivo (chiudendo le porte) oppure usare i cosiddetti “muri virtuali“: delle bande da posizionare sul pavimento (di solito si mettono sulle soglie delle porte) per indicare al robot dove non deve passare.

Restando ai sensori e all’intelligenza artificiale, poi, va segnalato che ormai quasi tutti i robot è in grado di riconoscere se sta passando sopra un tappeto: in questo caso la potenza di aspirazione viene aumentata, per pulire molto meglio anche questa superficie difficile. 

Non tutti i robot, invece, sono così intelligenti da capire se la superficie sulla quale stanno passando è delicata (esempio classico: il parquet), al fine di abbassare la velocità di rotazione delle spazzole.

I robot più recenti, poi, sono in grado di capire quando sta per finire la carica della batteria e, per evitare di restare spenti in mezzo alla casa (cosa molto pericolosa, se torniamo a casa di sera e non accendiamo subito la luce), sono in grado di tornare alla base di ricarica.

I robot aspirapolvere più costosi, tra l’altro, hanno la base dotata di serbatoio per lo sporco e sono in grado di svuotarsi da soli, ricaricarsi, e ripartire per un altro giro di casa per terminare il lavoro.

Infine, ritorniamo agli animali domestici: i loro peli mettevano in crisi tutti i robot aspirapolvere di prima generazione. Poi furono inventate apposite spazzole in silicone, disponibili oggi su quasi tutti i modelli, che risolvono ogni problema e azzerano il rischio di rottura del motore che fa ruotare la spazzola centrale.

Robot aspirapolvere: con o senza pannetto?

robot aspirapolvere lavapavimenti

Altro fattore molto importante: robot aspirapolvere o robot aspirapolvere con pannetto lavapavimenti? La seconda categoria è di più recente introduzione ed è dotata di un piccolo serbatoio d’acqua (la cui capienza è un altro fattore da valutare) e di un ugello che spruzza il liquido su un panno in microfibra. Il panno, a sua volta, strisciando per terra al passaggio del robot effettua un lavaggio leggero del pavimento.

I robot aspirapolvere lavapavimenti costano di più, ma fanno due lavori in uno. Il rovescio della medaglia è che il serbatoio dell’acqua ruba spazio a quello della polvere, che sarà meno capiente, oppure alla batteria, che sarà meno potente. 

Non bisogna comunque aspettarsi un lavaggio profondo da questi dispositivi, niente di paragonabile rispetto al classico secchio e straccio, ma se il pavimento non è troppo sporco e il lavaggio viene fatto di frequente, allora potremo diminuire sensibilmente il numero di lavaggi manuali del pavimento di casa grazie ad un buon robot aspirapolvere con pannetto lavapavimenti.
 

Fonte Fastweb.it

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