“Sarei pronto a collaudare il primo
veicolo ipersonico italiano in qualità di pilota sperimentatore,
quando verrà il momento”: lo ha detto Luca Parmitano, astronauta
dell’Agenzia Spaziale Europea e colonnello dell’Aeronautica
Militare Italiana, intervenuto al convegno sul volo ipersonico,
organizzato a Pozzuoli nell’ambito delle celebrazioni per i
cento anni dell’Aeronautica Militare. Il primo passo verso aerei
civili ipersonici, ossia jet capaci di volare a 8 volte la
velocità del suono e collegare Roma e New York in appena 2 ore è
HexaFly, il progetto del dimostratore ipersonico cofinanziato da
Unione europea e Agenzia spaziale europea.
L’Esa lavora sul progetto dal 2005, cercando di risolvere i
problemi fondamentali: “abbiamo ottenuto i mattoncini di base,
ora è il momento di metterli insieme con Hexafly, un primo
dimostratore tecnologico che dovrebbe volare da Bruxelles a
Sydney in sole 3 ore”, ha detto Tommaso Ghidini, capo del
dipartimento di Ingegneria meccanica dell’Agenzia Spaziale
Europea. “I primi test potrebbero avvenire nel 2025-26”, ha
aggiunto.
“Una delle fasi più critiche per il volo ipersonico è
quella di rientro nell’atmosfera terrestre, una fase
estremamente turbolenta”, ha osservato AstroLuca a proposito
delle sfide principali in questo settore. “L’Italia è già per
molti versi protagonista in ambito spaziale. Per il volo
ipersonico – ha detto ancora – abbiamo strutture uniche nel
nostro Paese che potrebbero darci la stessa opportunità”.
Anche per Ghidini L’Italia ha “già tutte le capacità e le
competenze” necessarie per il volo ipersonico. Serve solo la
volontà politica, la stabilità dei fondi e l’ambizione a giocare
un ruolo di primo piano nell’ipervelocità”, ha aggiunto.
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Fonte Ansa.it