Italia resta carente rispetto ai
principali obiettivi dello sviluppo sostenibile: basti pensare
che per quello che riguarda ad esempio la dimensione sociale tra
il 2015 al 2021 la quota di famiglie in condizione di povertà
assoluta è salita dal 6,1% al 7,5% e riguarda quasi 2 milioni di
famiglie, dove vivono 1,4 milioni di minori. Per la dimensione
ambientale dello sviluppo sostenibile, invece, l’Italia
registra il 42% di perdite dai sistemi idrici, mentre le energie
rinnovabili rappresentano solo il 19,2% del totale. Sono alcuni
dei dati emersi dall’ottavo rapporto “L’Italia e gli Obiettivi
dello Sviluppo Sostenibile”, realizzato dall’Asvis (Alleanza
Italiana per lo Sviluppo Sostenibile).
Secondo lo studio, da noi continua anche ad allargarsi la
disuguaglianza tra ricchi e poveri, la spesa pubblica per sanità
e istruzione è nettamente inferiore alla media europea, mentre
l’abbandono scolastico è pari all’11,5% e la disoccupazione
giovanile è al 23,7%. Inoltre, 1,7 milioni di giovani non
studiano e non lavorano. Quanto a altre particolarità italiane
in tema di dimensione ambientale dello sviluppo sostenibile,
solo il 21,7% delle aree terrestri e solo l’11,2% di quelle
marine sono protette; lo stato ecologico delle acque
superficiali è ‘buono’ o ‘superiore’ solo per il 43% dei fiumi e
dei laghi; il degrado del suolo interessa il 17% del territorio
nazionale; l’80,4% la quota degli stock ittici è sovrasfruttato.
Nell’ambito della dimensione economica dello sviluppo
sostenibile, dopo la ripresa del biennio 2021-2022, l’Italia
presenta ancora alcuni segnali di crescita debole: l’occupazione
cresce, ma resta forte la componente di lavoro irregolare (3
milioni di unità); passi avanti sono stati compiuti per
l’economia circolare, ma molte imprese mostrano resistenze ad
investire nella trasformazione digitale ed ecologica; il Paese
necessita di forti investimenti, anche per rendere le
infrastrutture più resilienti di fronte alla crisi climatica.
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Fonte Ansa.it