Attentato a Fiumicino, i parenti delle vittime si incontrano

“Per la prima volta siamo qui,
abbiamo conosciuto tutti i parenti delle vittime di quella
strage. Siamo andati a vedere una targa apposta sul luogo
dell’attentato”. A parlare al terminal 3 dell’aeroporto Leonardo
da Vinci di Fiumicino è Anna Narciso, figlia di Raffaele, una
delle vittime dell’attentato del 17 dicembre del 1973 che si
trovava a bordo dell’aereo della Pam Am dove persero la vita
anche la famiglia De Angelis. Quel giorno di dicembre un
commando di cinque terroristi palestinesi, arrivato a Fiumicino
con un volo dalla Spagna, irruppe nello scalo con armi ed
esplosivi fra i passeggeri in attesa di imbarcarsi. Vennero
sparate raffiche di mitra tra la folla, presi in ostaggio sei
agenti e lanciate una bomba al fosforo e due granate dirompenti
all’interno di un Boeing 707 della Pan Am diretto a Teheran, via
Beirut, fermo in una piazzola di parcheggio con 56 passeggeri a
bordo. Morirono 32 persone, tra cui 6 italiani.
    Anna Narciso indossa un fratino bianco con i nomi e le foto
dei sei italiani vittime di quell’attentato. “Qualcosa si sta
muovendo. Abbiamo saputo della dichiarazione del presidente
della Repubblica Sergio Mattarella ci rassicura che, forse, il
silenzio di cinquant’anni stia per finire. Non vogliamo trovare
un colpevole, non sono statti trovati cinquant’anni fa non li
troveranno mai, ma riteniamo che le vittime non vanno mai
dimenticate. La memoria collettiva di queste cose è importante”.
    Grazie al podcast “Una mattina a Fiumicino”, realizzato dalla
giornalista Michela Chimenti, i familiari delle vittime si sono
potuti ritrovare nella cerimonia commemorativa di oggi. “Oggi
dopo cinquant’anni i parenti delle vittime si ritrovano grazie
al mio podcast – commenta Michela Chimenti – e quattro anni di
ricerche, durante i quali ho insieme tutte le voci dei familiari
e i nuovi documenti fino a quel momento desecretati. I parenti
si sono ascoltati e hanno sentito l’impellente necessità di
trovarsi, di parlarsi, di condividere questo momento di dolore e
questa gioia, perché oggi abbiamo anche sorriso”. “Ho la pelle
d’oca e non ci credo, quando arrivi a creare un sentimento così
condiviso per me è stato straordinario, credo lo capirò fra
qualche giorno”.
   

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Fonte Ansa.it

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