Attentato alla Sinagoga, Fadlun chiede estradizione terroristi

“Finalmente comincia ad emergere la
verità: il governo faccia tutto il possibile per ottenere
l’estradizione dei terroristi”. E’ la richiesta che arriva da
Victor Fadlun, presidente della Comunità Ebraica di Roma, dopo
l’iscrizione nel registro degli indagati, da parte dei pm di
piazzale Clodio, di quattro terroristi che sarebbero accusati di
avere partecipato all’attentato alla Sinagoga della Capitale, avvenuto nel 1982, e costato la vita al piccolo Stefano Gaj
Tachè, di appena due anni, e il ferimento di 37 persone.
    Su quanto avvenuto 42 anni anni fa, i magistrati capitolini
hanno riaperto le indagini nel 2020. Una corsa ad ostacoli,
complessa e difficile e legata anche al dissequestro di alcuni
atti della vecchia indagine. Nelle scorse settimane i titolari
del procedimento hanno proceduto all’iscrizione, per il reato di
strage, di Walid Abdulrahman Abou Zayed, Gamal Tawfik Arabe El
Arabi, Mahmoud Khader Abed Adra e Nizar Tawfiq Mussa Hamada.
    L’unico responsabile individuato negli anni Ottanta, dopo
l’attacco, Osama Abdel Al Zomar, era scappato dall’Italia ed era
riuscito a far perdere le tracce in Libia.
    Uno spiraglio su quanto avvenuto il 9 ottobre di 41 anni fa
potrebbe arrivare dalla Francia e in particolare dalla
collaborazione giudiziaria, avviata da mesi e al centro anche di
alcuni incontri, con gli inquirenti parigini che indagano
sull’attentato avvenuto due mesi prima, nell’agosto dell’82, al
ristorante ebraico Jo Goldenderg dove morirono sei persone.
    Secondo quanto emerso, in base anche a quanto raccontato da
un pentito agli inquirenti francesi, entrambi gli attentatati
sarebbero stati compiuti da uno stesso gruppo di terroristi
palestinese ‘Abu Nidal’ di cui farebbero parte gli indagati.
   
   

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Fonte Ansa.it

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