Aumentati i morti per il caldo nel sud Europa in 30 anni

(di Manuela Correra) Il cambiamento climatico rischia di
cancellare i progressi ottenuti nel campo della salute pubblica
negli ultimi 50 anni. Nell’arco di 30 anni – dal 1990 al 2022 –
si è infatti registrato un graduale aumento del 9% dei decessi
legati al caldo, e tale aumento tocca l’11% nell’Europa
meridionale, inclusa l’Italia, con una crescita del 41% del
numero di giorni di caldo estremo. Sono i dati allarmanti della
seconda edizione del rapporto The Lancet Countdown in Europe
2024, che traccia i progressi in materia di salute e cambiamenti
climatici nel continente.
    The Lancet, una delle più autorevoli riviste scientifiche al
mondo, ogni anno pubblica i risultati del progetto The Lancet
Countdown a livello regionale e a livello globale, per informare
i governi e le Nazioni Unite. Considerando i collegamenti tra
cambiamento climatico e salute in tutta la regione, il nuovo
rapporto esplora 42 indicatori che monitorano gli impatti dei
cambiamenti climatici sulla salute, nonché le opportunità
inadeguate, ritardate o mancate dell’azione per il clima in
Europa. Il quadro descritto è preoccupante: nel 2021,
l’insicurezza alimentare, moderata o grave, ha colpito quasi 60
milioni di persone in Europa; per 11,9 milioni di queste,
l’insicurezza è attribuibile a un numero maggiore di giorni di
ondate di calore e di mesi di siccità. Nel 2022, inoltre, le
perdite economiche dovute a eventi estremi legati al clima sono
state stimate in 18,7 miliardi di euro. Queste perdite
rappresentano lo 0,08% del Pil europeo e il 44,2% di queste (8,2
miliardi di euro) non erano assicurate. Inoltre, avverte Lancet, “l’idoneità climatica per vari agenti patogeni e vettori di
malattie sensibili al clima è aumentata in Europa (ad esempio
per il virus del Nilo occidentale, dengue, chikungunya, Zika,
malaria, leishmaniosi e zecche, che diffondono la malattia di
Lyme e altre malattie)”. E sul fronte dei combustibili fossili
siamo ancora indietro: l’uso del carbone è aumentato al 13%
dell’approvvigionamento energetico totale dell’Europa nel 2021
rispetto al 12% nel 2020, e 29 dei 53 paesi della regione
europea dell’Oms continuano a fornire sussidi per i combustibili
fossili.
    Da qui il monito dei 69 autori del rapporto, provenienti da
42 istituzioni accademiche e delle Nazioni Unite, coordinati dal
Barcelona Supercomputing Center: “Il cambiamento climatico è
qui, in Europa, e uccide. Bisogna agire”. Eppure, a fronte dei
dati emersi, si sottolinea nel rapporto, “le politiche verso
sistemi energetici a zero emissioni rimangono tristemente
inadeguate e il trend attuale stima che questo obiettivo in
Europa sarà raggiunto solo entro il 2100”. Il Rapporto Europeo
2024 di Lancet Countdown avverte dunque che è necessaria una “azione urgente per proteggere la salute dai cambiamenti
climatici”.
    Il cambiamento climatico, afferma Rachel Lowe, direttrice di
Lancet Countdown in Europe e responsabile del gruppo Global
Health Resilience presso il Barcelona Supercomputing Center, “sta già causando danni alla vita e alla salute delle persone in
tutta Europa. Il nostro rapporto fornisce prove dell’allarmante
aumento degli impatti sanitari legati al clima in tutta Europa,
tra cui la mortalità dovuta al caldo, le malattie infettive
emergenti e l’insicurezza alimentare e idrica. È giunto il
momento di intraprendere un’azione senza precedenti per limitare
questi impatti negativi sulla salute in Europa e nel resto del
mondo”. Limitare il riscaldamento globale a meno di 1,5°C
attraverso una “transizione giusta e salutare – conclude
l’esperta – offrirebbe benefici salvavita per le persone in
tutta Europa e oltre, invece di affrontare problemi di salute e
minacce ai nostri mezzi di sussistenza”.
   

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Fonte Ansa.it

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