Auto intelligenti e segnali fantasma

Le auto intelligenti (autonome o parzialmente autonome) conoscono già una minaccia: i pannelli per la segnaletica stradale a messaggio variabile e i cartelli pubblicitari connessi.

 

Occhio alla réclame. Secondo una ricerca condotta presso l’Università di Tel Aviv, infatti, un hacker che riuscisse a prendere il controllo di questi dispositivi potrebbe proiettare immagini in grado di ingannare i sensori visivi delle vetture senza conducente (o parzialmente autonome) e indurle a inopportune frenate, improvvisi cambi di corsia o brusche sterzate, magari dentro a sensi vietati. Con conseguenze che potrebbero essere drammatiche.

Lo studio ha dimostrato che per ingannare una vettura autonoma o semiautonoma è sufficiente mostrare l’immagine trappola per pochissimi centesimi di secondo. Un singolo fotogramma dunque, impercettibile per l’occhio umano ma perfettamente identificabile dai sistemi elettronici della vettura.

Come ti inganno l’auto. I ricercatori israeliani hanno condotto due tipi di test (nel video qui sotto che, attenzione, non è un vero spot pubblicitario!). Nel primo hanno utilizzato dei grandi schermi televisivi installati ai lati della strada sui quali sono stati proiettati spot pubblicitari “manipolati”, nei quali, cioè, sono stati introdotte, per alcuni istanti, le immagini di cartelli stradali (nel video, si vede un cartello di stop).

Nel secondo esperimento, invece, hanno proiettato immagini che l’occhio elettronico della vettura ha interpretato come pedoni.

 

In entrambi i casi l’auto è sempre caduta nel tranello, reagendo alle immagini fantasma con frenate d’emergenza o segnalando limiti diversi da quelli effettivamente indicati dalla segnaletica “ufficiale”.

Non solo auto. Secondo gli scienziati la stessa tecnologia potrebbe facilmente essere utilizzata da hacker o malintenzionati vari, che dopo essersi connessi da remoto al sistema di segnaletica intelligente o ai display pubblicitari posizionati lungo strade e autostrade potrebbero così ingannare i più evoluti sistemi di guida.

 

E mentre nella città americana di Phoenix la Waymo lancia il primo servizio commerciale di taxi senza conducente, appare sempre più chiaro che le vetture autonome, oggi tecnicamente pronte a scendere in strada, abbiano in realtà bisogno di una complessa infrastruttura di supporto che al momento risulta ancoar molto lontana dall’essere pronta e adeguata.

Fonte Focus.it

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