(ANSA) – ROMA, 20 MAG – “A un certo punto della mia vita mio
padre era diventato come un nemico perché era sempre rigido,
severo, ma alla fine è stato lui la base di un’educazione che mi
ha imposto di non arrendermi mai, di non mollare, di andare
sempre oltre. A volte si hanno problemi con i genitori, ma poi
ci si accorge di loro quando non ci sono più”. Così oggi Roberto
Baggio parla visibilmente commosso del padre Florindo, scomparso
l’anno scorso. L’occasione è stata l’incontro stampa in remoto
de IL DIVIN CODINO di Letizia Martire, biopic sulla sua carriera
targata Netflix, in associazione con Mediaset, che sarà
disponibile sulla piattaforma dal 26 maggio.
Un incontro stampa in cui il campione racconta anche del
famoso rigore dei mondiali 1994, di karma, buddhismo, codino e
potere della volontà. IL DIVIN CODINO, con il soggetto e la
sceneggiatura di Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, mette in
scena, con i giusti tempi drammaturgici e tanta musica, i 22
anni di vita agonistica di un campione di calcio ‘anomalo’ come
è stato Baggio, anche sulle note di ‘L’uomo dietro il campione’
di Diodato. E proprio come indica il titolo di questa canzone,
mette in scena la vita privata, familiare, di Baggio
(interpretato da un credibilissimo Andrea Arcangeli),
soprattutto il rapporto con un padre burbero che doveva gestire,
insieme alla moglie Matilde, una famiglia composta da otto
figli. Si parte dagli esordi di Baggio nelle fila del Lanerossi
Vicenza, passando poi al controverso calcio di rigore della
finale di Coppa del Mondo 1994 tra Italia-Brasile, fino al
mondiale mancato del 1998. E ancora i suoi terribili incidenti,
l’amore e odio con i suoi tifosi e con gli allenatori (con il
sospetto che gli facessero ombra) e, non ultimo, la sua adesione
al buddhismo aderendo alla Soka Gakkai nel 1988. (ANSA).
Fonte Ansa.it