(ANSA) – DACCA, 10 LUG – La polizia del Bangladesh ha
arrestato per omicidio il proprietario della fabbrica incendiata
nei giorni scorsi. Vi hanno perso la vita 52 persone ed è emerso
che nella struttura lavoravano anche bambini di appena 11 anni.
Per il disastro, un incendio domato in oltre 24 ore, sono
state arrestate otto persone, tra cui il proprietario
dell’industria alimentare e quattro dei suoi figli. Un’inchiesta
separata è stata avviata sul lavoro minorile nella struttura.
La presenza dei bambini non è l’unico dettaglio inquietante
della vicenda. Il capo della polizia del distretto di
Narayanganj, dove si trova la fabbrica, ha riferito che
l’ingresso era stato chiuso con un lucchetto al momento
dell’incendio, impedendo ai lavoratori di fuggire, tanto che
alcuni di loro si sono lanciati per salvarsi dalle finestre.
Sistematicamente violate le norme antincendio e di sicurezza.
Infine nell’industria alimentare erano stoccati anche prodotti
chimici e plastiche altamente infiammabili e nocivi.
“È stato un omicidio deliberato”, ha detto il capo della
polizia all’Afp. I soccorritori hanno trovato 48 corpi al terzo
piano della fabbrica Hashem Food and Beverage a Rupganj, una
città industriale fuori Dacca. Un portavoce dei vigili del fuoco
ha detto che la porta di uscita della scala principale era stata
chiusa con un lucchetto. Nell’edificio erano stati immagazzinati
anche prodotti chimici e plastiche altamente infiammabili. Il
ministro del Lavoro Monnujan Sufian, ha detto di aver parlato in
ospedale con due sopravvissuti di 14 anni. Una donna ha detto
che suo nipote di 11 anni aveva lavorato in fabbrica ed era
disperso, e teme che sia morto.
Il Bangladesh aveva promesso riforme e controlli dopo il
disastro del Rana Plaza nel 2013, quando un palazzo di nove
piani è crollato uccidendo più di 1.100 persone. Ma da allora ci
sono stati una serie di incendi e altri disastri. (ANSA).
Fonte Ansa.it