Barbera, l’indipendenza della Consulta non è a rischio

La Corte Costituzionale “non rischia
di essere minata da contingenti vicende politiche, sia in
ragione della diversificazione dei canali di accesso, sia alla
luce dell’ampia maggioranza richiesta per l’elezione dei giudici
di estrazione parlamentare, sia per il divieto di rielezione. E
ciò a differenza di quanto previsto per la composizione di altre
Corti europee, talvolta impropriamente accostate a quella
italiana”. Lo sottolinea il presidente della Consulta Augusto
Barbera in un passaggio della sua Relazione rilevando che “le
previsioni costituzionali assicurano efficacemente accanto al
pluralismo, l’indipendenza della Corte”.
    “In un sistema costituzionale fondato sulla separazione dei
poteri, al rigoroso rispetto delle decisioni delle magistrature
deve corrispondere l’altrettanto rilevante rispetto delle
decisioni delle sedi parlamentari, espressione della sovranità
popolare”. Con queste parole Barbera – che ha svolto oggi, a
Palazzo della Consulta, la sua Relazione annuale alla presenza
del Capo dello Stato e delle più alte cariche – ha affrontato il
tema de “l’ordinamento costituzionale e del Parlamento”,
affermando, tra l’altro, che la Corte deve rispettare l’ampia
sfera di discrezionalità del legislatore nell’attuazione delle
politiche delle quali il Parlamento risponde direttamente agli
elettori, e può intervenire soltanto ad assicurare il rispetto
dei limiti sostanziali fissati dalla Costituzione a quanto può
essere deciso dalle maggioranze parlamentari.
   

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Fonte Ansa.it

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