(ANSA) – VENEZIA, 10 SET – Di armi e di eroi, di cavalieri e
scudieri, di battaglie e di danze, la Guerra dei Cento Anni e i
feudi francesi, l’epoca della cavalleria francese torna al
cinema con un kolossal visivamente potente con scenografie,
duelli, costumi che sono una gioia per gli occhi: The Last Duel
di Ridley Scott, Fuori Concorso a Venezia 78 (in sala con Disney
dal 14 ottobre), non è però solo un classico film epico
medievale, ma molto di più. Scritto, interpretato e prodotto da
Matt Damon e Ben Affleck (e altri), tratto dal romanzo di Eric
Jager del 2004, racconta una storia vera ma non a caso diventa
film oggi.
Al centro c’è la vicenda di Marguerite de Carrouges (Jodie
Comer), la moglie del cavaliere coraggioso e fedelissimo al re
Jean de Carrouges (Matt Damon), che l’affascinante scudiero
Jacques Le Gris (Adam Driver) protetto dal conte Pierre
d’Alencon (Ben Affleck) ha aggredito sessualmente. Anziché
tacere su quella che era una pratica del tempo, Marguerite si
assume il rischio di denunciare: il duello all’ultimo sangue tra
il marito e il rivale stabilirà se è stata o no violenza e se
dovesse essere il marito a morire, a lei spetterà l’immediata
sorte di essere bruciata viva lentamente.
“Immagino che vedere questo film genererà molta empatia tra
il pubblico, e catarsi. E’ un film femminista sotto tanti
aspetti, io stesso mi considero femminista e con orgoglio
pensiamo a far conoscere questa storia vera accaduta nella
Francia del 1380 ma incredibilmente moderna” dice Affleck a
Venezia insieme alla compagna Jennifer Lopez, un ritorno di
fiamma dopo 20 anni che li ha messi al top dei più paparazzati
dell’estate. Affleck è di nuovo in coppia anche con Matt Damon:
i due giovani, belli, talentuosi insieme hanno prodotto e
scritto questo film. “Ma abbiamo affidato il terzo capitolo –
dice Damon – ad una donna, Nicole Holofcener”.
Tutta la sceneggiatura, nella parte per Marguerite, “è stata
scritta da un punto di vista femminista ma senza forzature,
sapevamo come questa esperienza è figlia della stagione del
#MeToo – spiega la Holofcener – ma il bello è che è tutto vero”.
(ANSA).
Fonte Ansa.it