(ANSA) – ROMA, 30 DIC – C’è il panciuto grande Pithos etrusco
del VII sec a.C in arrivo dal Getty, con Polifemo contorto di
dolore mentre Ulisse lo acceca. Il cratere a campana pestano su
cui Python, ceramografo in gran voga nella Magna Grecia, ha
impresso per sempre Dioniso con un satiro. E poi l’hydria attica
a figure nere con Herakles che combatte il leone Nemeo, tra
Atena, Hermes e Iolao. In tutto, 201 pezzi pregiatissimi e unici
che nell’arco degli ultimi decenni erano finiti negli Stati
Uniti, smerciati da grandi trafficanti internazionali e
acquisiti, a volte dopo vari passaggi di mano, da musei, case
d’asta, gallerie antiquarie e collezionisti privati. Ma che il
15 dicembre a New York sono stati restituiti all’Italia dal
Procuratore Distrettuale di Manhattan, Cyrus Vance, e che oggi
sono finalmente tornati a casa, grazie ai Carabinieri Tutela
Patrimonio Culturale, che su quei reperti hanno indagato per
anni insieme ai colleghi di Fbi e Hsi. Un “bottino” il cui
valore, racconta il Comandante Carabinieri Tpc, generale Roberto
Riccardi, insieme al Ministro della cultura Dario Franceschini, “può essere stimato intorno ai 10 milioni di euro”, tra opere
d’arte e oggetti di uso comune risalenti alla civiltà romana,
etrusca, magnogreca e appula, la cui datazione si colloca fra
l’VIII secolo a.C. e il I secolo d.C. “Un recupero straordinario
di capolavori assoluti – commenta il ministro Franceschini – Il
loro valore, però, non è soltanto economico ma identitario e
culturale e sarà ancora più evidente appena riporteremo tutte le
opere nei musei dei territori da cui provengono”. Di questi, 40
resteranno ancora per un po’ negli Usa, in mostra fino a marzo
al Consolato Generale d’Italia a New York e l’Istituto Italiano
di cultura. L’operazione arriva poi a conclusione di un 2021 che
ha fatto registrare il recupero di 23.363 beni archeologici e
paleontologici e di 1.693 opere false sequestrate. (ANSA).
Fonte Ansa.it