(di Cinzia Conti) Tanto teatro che ritiene “un banco di
prova immancabile” nella carriera di un attore “per superare i
propri limiti”. Molti film diretti da Ferzan Ozpetek (Un giorno
perfetto, Mine vaganti, Magnifica presenza) e poi tanti altri
ruoli al cinema che ne hanno dimostrato la bravura e
l’ecletticità. Ma Bianca Nappi è anche uno dei volti più amati
della tv, specie grazie alla serie campione di incassi Le
indagini di Lolita Lobosco, per la regia di Luca Miniero, in cui
interpreta la pm Marietta, amica del cuore della protagonista
Luisa Ranieri. E poi grazie al ruolo di Rossana, indimenticabile
infermiera del turno di notte della serie tv Netflix Tutto
chiede salvezza, tratta dal romanzo di Daniele Mencarelli, senza
dimenticare Sirene di Ivan Cotroneo e Vivi e lascia vivere con
la regia di Pappi Corsicato.
Nei prossimi mesi Bianca Nappi, classe 1980, di origine
napoletana ma nata e cresciuta a Trani, sarà protagonista di
alcune delle più attese serie della stagione: a cominciare da
Per Elisa – Il caso Claps che porterà sugli schermi di Rai1 dal
24 ottobre la terribile vicenda della 17enne uccisa nel 1993 a
Potenza da Danilo Restivo (e il cui corpo fu trovato quasi 20
anni dopo) fino a Il metodo Fenoglio con Alessio Boni, sempre
sulla Rai in autunno, tratto dai romanzi della serie de Il
maresciallo Fenoglio di Gianrico Carofiglio.
“Sono stata molto contenta di partecipare al progetto su
Elisa Claps – dice Nappi in un’intervista all’ANSA – perché ha i
nomi e cognomi di tutti i reali protagonisti di questa storia
atrocemente vera e ne racconta la sofferenza. Il caso di Elisa
l’ho seguito da sempre, eravamo quasi coetanee e quando
scomparve ne fui davvero molto colpita, anche perché era a
Potenza, piuttosto vicino alla Puglia dove sono cresciuta. Io
interpreto il magistrato Felicia Genovese, personaggio
importante e chiave della vicenda, anche controverso”. E
aggiunge: “È una storia potente, anche perché racchiude mille
storie diverse: è un caso di ingiustizia, una vicenda della
lentezza italiana, è la storia del dolore di una famiglia. Era
importante raccontarla, per me è stato un onore nella memoria di
questa giovane che purtroppo abbiamo conosciuto solo
fotograficamente”.
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Fonte Ansa.it