La consigliera dem Anna Maria
Bigon, il cui voto è risultato determinante per affossare in
Veneto la legge sul fine vita, non arretra. “Con il mio voto
sono stata all’interno di quelli che sono i principi del Pd. Non
vedo di cosa dovrei pentirmi. Non potevo far altro che
esercitare la mia scelta. Se poi mi butteranno fuori, ne
prenderò atto”.
“Se il Pd mettesse in discussione i miei incarichi – aggiunge
rivelando di aver saputo della revoca da una mail – sarebbe una
sanzione bella e buona. Senza motivo. A meno che non venga messa
in discussione la pluralità nel Partito democratico. Ma questo
significherebbe la fine del Pd”.
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