Birmania: Amnesty, ‘vile inazione comunità internazionale’

(ANSA) – ROMA, 27 MAR – “Il continuo rifiuto degli Stati
membri del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di agire
in modo significativo contro questo orrore senza fine è
spregevole”: lo afferma Ming Yu Hah, vicedirettore regionale
per le campagne di Amnesty International, precisando che “l’uccisione di quasi 100 persone oggi in Birmania è solo
l’ultimo esempio della determinazione delle autorità militari di
eliminare la resistenza nazionale al colpo di Stato. Questi
orribili omicidi mostrano ancora una volta lo sfacciato
disprezzo dei generali per l’inadeguata pressione esercitata
finora dalla comunità internazionale”.
    “Il costo dell’inazione internazionale – ha proseguito –
viene conteggiato nei corpi, compresi i bambini uccisi a colpi
di arma da fuoco nelle loro case. In mezzo all’orribile bilancio
delle vittime c’è una nazione di oltre 50 milioni di persone
tenuta in ostaggio, sottoposta ad arresti arbitrari e
sorveglianza a 360 gradi, che vive nella paura della morte e
della tortura”.
    “Il popolo del Myanmar continua a protestare, il tutto mentre
piange sempre più uccisioni di ora in ora – a proseguito -. Le
nazioni che hanno partecipato oggi agli eventi della Giornata
delle forze armate dei militari nella capitale Naypyidaw, in
particolare Cina e Russia, sono gli stessi Stati che hanno
protetto il Tatmadaw (l’esercito birmano) dalle responsabilità
più e più volte, fornendo loro i mezzi per svolgere un massacro
di massa. (ANSA).
   

Fonte Ansa.it

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