(ANSA) – NEW YORK, 13 MAG – Un nuovo “Black Renaissance”
nelle arti è emerso dalle aste di primavera a New York. Il
futuro museo Lucas per le arti narrative ha pagato 15,3 milioni
di dollari, un record per l’artista, il quadro di Robert
Colescott “George Washington Carver Crossing the Delaware River:
Page from an American History Textbook”, che rivisita in chiave
afro-americana il celebre dipinto del 1852 di Emanuel Leutze con
il primo presidente americano che attraversa il fiume in barca. Nel quadro, che Sotheby’s aveva valutato alla vigilia 9
milioni di dollari, Colescott ha rivisitato i protagonisti
bianchi della scena di Leutze, da oltre un secolo in mostra al
Metropolitan di New York: Washington è George Washington Carver,
il più importante scienziato nero ai primi del Novecento. Con
lui in barca sono figure di afro-americani indicativi degli
stereotipi con cui i neri in America sono stati raffigurati
negli anni. Colescott, che è morto nel 2009, nel 1977 è stato il primo
artista afro-americano a rappresentare gli Stati Uniti alla
Biennale di Venezia.
Pagato 16 volte il precedente record per l’artista stabilito
nel 2018, il Colescott è solo un esempio dell’eccitazione
generata alle aste delle ultime 48 ore da opere di artisti di
colore: da Christie’s Nina Chanel Abney (990.000 dollari),
Jordan Casteel (687.500), Alex da Corte (187.500), la britannica
Lynette Yiadom-Boakye 1,95 milioni), il ghanese El Anatsui (1,95
milioni) e Mickalene Thomas (1,83 milioni) hanno stabilito
primati. Nella stessa vendita il grande teschio “In This Time”
di Jean-Michel Basquiat offerto da Giancarlo Giammetti ha
sfiorato il record con un totale di 93,1 milioni di dollari,
mentre un altro Basquiat, il monumentale “Versus Medici” del
1982, e’ stato battuto da Sotheby’s per oltre 50 milioni.
Complessivamente le aste di Christie’s e Sotheby’s hanno
dimostrato la vitalità del mercato nel dopo pandemia, con totali
rispettivi di oltre 210 e 218 milioni di dollari: l’unica
differenza rispetto al mondo pre-Covid (e pre-Black Lives
Matter) è che l’interesse dei collezionisti si è spostato dai
soliti nomi “blue chip” ad artisti di colore. (ANSA).
Fonte Ansa.it