Borse asiatiche in rosso, con i
listini cinesi in forte ribasso in scia a una serie di dati
macroeconomici che hanno evidenziato il permanere della
debolezza del mercato immobiliare di Pechino e la persistenza
delle spinte deflazionistiche, nonostante una crescita nel 2023
del 5,2%, in linea con l’obiettivo del governo di un Pil “attorno al 5%”.
Hong Kong sprofonda del 4%, Shenzhen cede il 2,4% e Shanghai
il 2%. Pesante anche Seul (-2,5%) mentre limitano i danni Tokyo
(-0,4%) e Sydney (-0,3%). In deciso ribasso anche i future su
Wall Street e sull’Europa mentre tornano a salire i rendimenti
dei Treasury, con il mercato che continua a limare le sue
aspettative su un taglio dei tassi, complice anche la cautela
espressa dal membro della Fed, Christopher Waller.
La crescita del Pil non è bastata a contenere le
preoccupazioni sull’economia cinese, preoccupazioni che hanno
risentito dell’accelerazione del calo dei prezzi delle nuove
abitazioni a dicembre, di una crescita delle vendite retail
sotto le attese mentre un indicatore ad ampio spettro dei prezzi
dell’economia (il deflatore del Pil), sceso dell’1,5% nel quarto
trimestre del 2023, registra la sua più lunga flessione dal
1999.
Le preoccupazioni per l’economia si riflettono anche sui
prezzi delle commodities con il petrolio Wti in calo dell’1% a
71,7 dollari e il Brent che cede lo 0,8% a 77,6 dollari mentre
l’oro arretra dell’1% a 2.020 dollari l’oncia.
In mattinata il mercato aspetta il dato finale
sull’inflazione dell’Eurozona a dicembre, dopo il 2,9%
preliminare, mentre a Davos parleranno i ‘falchi della Bce,
Joachim Nagel e Klaas Knot, e soprattutto la presidente
Christine Lagarde. Dagli Usa arriveranno invece nel pomeriggio i
dati sulle vendite retail, la produzione industriale e le scorte
di magazzino.
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Fonte Ansa.it