(ANSA) – ROMA, 19 LUG – “Trent’anni fa, il 19 luglio 1992,
nell’esplosione di un’autobomba collocata in via D’Amelio a
Palermo, rimasero uccisi il giudice Paolo Borsellino insieme ai
componenti della sua scorta, Agostino Catalano, Eddie Walter
Cosina, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina.
Profondo fu il dolore e l’indignazione che provò il Paese intero
alla notizia che l’efferata strategia stragista della
criminalità organizzata aveva portato via un altro magistrato,
un uomo di Stato che aveva contribuito in maniera determinante
ad imprimere una svolta nella lotta alla mafia”. Lo afferma il Presidente della Camera, Roberto Fico, in occasione del
trentesimo anniversario della Strage di via D’Amelio.
“La strage, consumatasi a soli cinquantasette giorni di
distanza da quella di Capaci, ha provocato una lacerazione
profonda nel nostro Paese. In ogni casa, di fronte allo scorrere
delle immagini di via D’Amelio sventrata, tutti provammo un
forte senso di smarrimento. La nostra democrazia ha però
resistito. È riuscita a farlo aggrappandosi proprio alle figure
di uomini come Borsellino, al loro rigore, al loro coraggio, al
loro impegno. Penso – rileva – alla preziosa azione
investigativa e giudiziaria di forze dell’ordine e magistrati,
al perfezionamento della normativa antimafia, agli interventi in
materia di giustizia sociale. Ma soprattutto le idee e l’esempio
di Borsellino e Falcone hanno motivato un vasto movimento civile
e associativo desideroso di riscatto e dedito alla diffusione di
una rinnovata mentalità di impegno e cura del bene comune.
Anche se oggi la mafia è molto diversa dal nemico di allora, la
sua capacità di insinuarsi e di infettare tutti i settori della
società richiede ancor di più il contributo di tutte le forze
migliori delle istituzioni, della politica, della società
civile. E richiede quello stesso coraggio, quella stessa
determinazione, quello stesso forte senso dello Stato che hanno
sempre ispirato il giudice Borsellino e che devono continuare ad
essere la nostra stella polare contro ogni forma di sopruso e
illegalità”. (ANSA).
Fonte Ansa.it